20enne violenta e rapina due escort

Il giovane fissava telefonicamente gli appuntamenti e raggiungeva le escort nelle loro abitazioni dove sottraeva loro denaro dopo averle minacciate con un coltello.

Un 20enne straniero è stato arrestato dalla Polizia su ordine di custodia cautelare firmata dal gip di Brescia con l’accusa di aver rapinato e violentato almeno 2 donne.

Gli appuntamenti fissati al telefono

L’uomo, dopo avere fissato telefonicamente con le interessate un appuntamento per consumare rapporti sessuali a pagamento, avrebbe raggiunto le donne nelle loro abitazioni in città, dove avrebbe sottratto loro del denaro, ricorrendo all’uso della forza ed alla minaccia di un coltello.

Avrebbe anche abusato sessualmente di una delle vittime.

Dalle indagini (che hanno riguardato eventi avvenuti tra il 2023 ed il 2024) è emerso anche il tentativo di analoga rapina avvenuta a Bergamo, ai danni di una cittadina brasiliana che non aveva mai denunciato il fatto prima.

Le attività investigative, svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Brescia, hanno consentito di identificare il presunto autore dei reati in un cittadino straniero regolare, poco più che ventenne, peraltro già sottoposto – per un’altra causa ed in un altro procedimento – ad un’altra misura di custodia cautelare.

Escort e regali di lusso per appalti smaltimento rifiuti

Escort di lusso, bottiglie di champagne, pernottamenti in hotel e cene costose nonché buoni carburante e biglietti per le partite di calcio in cambio di appalti affidati in via esclusiva per lo smaltimento dei rifiuti.

Corruzione e sfruttamento della prostituzione sono i reati contestati nell’operazione ‘Leonida’ condotta dalla guardia di finanza e coordinata dalla procura di Reggio Emilia che ha portato ad eseguire 5 misure cautelari (di cui una ai domiciliari e quattro interdittive) e 14 avvisi di garanzia nell’ambito di perquisizioni in corso dall’alba di stamattina, oltre che nel Reggiano, nelle province di Parma, Verona, Brescia, Lucca, Livorno, Sassari, Roma e Siena.

Agli arresti domiciliari è finito il socio unico e presidente di due società del settore con sede nel Reggiano.

Tra gli indagati anche due ufficiali dell’Esercito e un ingegnere civile, tutti e tre impiegati nello stabilimento militare ripristini e recupero del munizionamento di Noceto (Parma) e accusati di aver ricevuto le regalie per favorire l’azienda negli affidamenti diretti di lavori di smaltimento di rifiuti speciali (tra cui anche attività di demilitarizzazione di missili e di bombe al fosforo bianco) per una cifra complessiva di 650.000 euro tra l’aprile 2023 e gennaio scorso.

Le commesse pubbliche affidate in via diretta e presunta illecita all’azienda reggiana individuate nell’alveo dei servizi richiesti da alcune municipalizzate operanti in Toscana, Veneto, e Lombardia.

Per tali condotte sono indagate 10 persone (delle quali, 5 soggetti privati collegati a un’azienda reggiana e 5 pubblici ufficiali inseriti nelle tre aziende a partecipazione pubblica coinvolte nelle indagini).

Redazione

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