Tentano sventare regolamento conti in carcere, agenti aggrediti

Aggressioni agli operatori penitenziari, scarse risorse, senso di abbandono, questi sono i fenomeni risonanti che giungono ormai all’unisono dagli istituti penitenziari Campani.

Afarne le spese ieri pomeriggio sono due giovani agenti del Reparto Danubio del carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano, brutalmente aggrediti, da alcuni detenuti perché hanno impedito loro di portare a termine un tentativo di regolamento di conti interno.

A rendere noto il grave episodio, in un comunicato congiunto, sono i sindacati Sinappe, Uil Pp Pa, Uspp e Cisl Fns che esprimono la propria vicinanza e solidarietà “non solo agli agenti feriti ma a tutti coloro che oggi più che mai dimostrano senso delle istituzioni e abnegazione continuando a fare sicurezza laddove la sicurezza dovrebbe essere un diritto assoluto per chi opera nell’adempimento del proprio mandato istituzionale”.

Per gli agenti, informa ancora la nota, si è reso necessario l’intervento dei sanitari per le cure del caso.

“Stiamo assistendo a una carneficina, – concludono i sindacati – in un sistema Penitenziario ormai al collasso assoluto, motivo per cui nei prossimi giorni i sindacati in modo congiunto protesteremo dinanzi alla sede del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria”.

Ieri sera un detenuto, già protagonista di episodi analoghi, ha sfasciato infermeria del carcere di Salerno e aggredito due colleghi: tutti e tre sono finiti in ospedale. “Anche a questi due colleghi giunga la solidarietà dei sindacati”.

Agenti sequestrano i cellulari ma vengono aggrediti dai detenuti

Gli agenti scoprono e sequestrano quattro cellulari e i detenuti li spediscono in ospedale: è successo nel carcere di Sant’Angelo dei lombardi, nell’Avellinese.

Secondo quanto rende noto il delegato dell’Uspp Maurizio Repola, sono cinque i poliziotti che sono stati costretti a ricorrere alle cure dei sanitari in ospedale, con prognosi tra 5 e 3 giorni.

“Siamo oramai in stato di agitazione già da due settimane – ricorda Repola – e abbiamo più volte denunciato che il carcere di Sant’Angelo da istituto modello a vocazione trattamentale con detenuti lavoranti e laboratori d’eccellenza è diventato ormai ricettacolo per detenuti tra i più facinorosi provenienti da altri istituti e di difficile gestione”.

Secondo il delegato dell’Uspp “la presenza di questa tipologia di carcerati oltre a compromettere l’ordine e la sicurezza interna, condiziona fortemente anche le attività ed i percorsi riabilitativi degli altri reclusi”.

“Oramai si combatte una guerra quotidiana in tutte le carceri”, ricordano Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale dell’Uspp, che chiedono ancora una volta strumenti tecnologicamente avanzati, come gli inibitori di segnale (jammer), “per schermare gli istituti penitenziari e contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”.

“A Sant’Angelo solo grazie agli sforzi profusi dalla polizia penitenziaria si riesce comunque a mantenere l’ordine e la sicurezza interna: bisogna intervenire con idonee misure organizzative, strutturali e sistematiche per evitare che gli istituti penitenziari collassino del tutto”, concludono Auricchio e Moretti.

Redazione

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