RES OMNIBUS MANIFESTAE- EX MACELLO DI AVERSA: IL MISTERO DELLE GROTTE SCOMPARSE

 1

Di Stefano Montone

Le FOSSE ARDEATINE DEI CANI. Vi furono uccisi e buttati dentro centinaia di animali randagi.

Doveva essere una sorta di “Fosse Ardeatine” per cani. Uccisi molto presumibilmente, in batteria, con la pistola con la quale oggi si uccidono i grossi bovini. Uno stantuffo che, esce, sfonda il cranio, trapassa il cervello e poi rientra in sede grazie ad una molla.

caio(Imm. Repertorio)

Ne sono certo! anzi certissimo!! in molti di quelli che prima le rubricavano in “sogni, leggende e fantasie”, dopo la lettura di questo articolo muteranno la loro teoria in “io lo sapevo già, non hai scoperto niente di nuovo”.

Ma lasciamo il discorso sull’aversanità e sugli aversani e sugli aversanelli ad altri luoghi ed al altri tempi.

RES OMNIBUS MANIFESTAE!!! i fatti sono “LIQUET” oppure “PATET”.  Carta canta!!

Ma passiamo alle cose che ci interessano.

Parliamo delle misteriose, profonde, enormi ed  oramai occultate grotte dell’Ex macello di Aversa.

Il loro ricordo era legato a qualche vana testimonianza dei nonni, degli avi; ma mai alcuna certezza della loro esistenza e del loro utilizzo.

In molti però ricorderanno i due enormi lumi di grotta ben visibili all’ingresso dell’Ex macello comunale, oggi occultati dalle due fontane che vi si sono costruite sopra.

Bocche tappate e cucite nei decenni, quasi a voler nascondere “gli scheletri nell’armadio” di quello che fu il loro utilizzo.

Ora ci sono le carte, i progetti, i disegni, le misure, le dimensioni, le posizioni – tirate fuori da una oscura biblioteca.

La verità che torna a farsi strada sulla menzogna. Non le si può piu’ rubricare a “fantasie Montoniane” , ora è il tempo di accusare il colpo e di chinare il capo…..

Grotte ampie che in origine servivano a stipare le carni macellate in superficie. Un luogo dove la temperatura e l’umidità era costante tutto l’anno. Scavate nel banco tufaceo che caratterizza il nostro sottosuolo. Erano formate da ben 21 sale e tre lunghi cunicoli corridoio. Si estendevano quasi totalmente sotto le aree scoperte dell’ex struttura del Macello comunale.

Vi si accedeva tramite una lunghissima rampa, di scale divisa in tre parti  posta in una delle sale destinate alla macellazione.

Con l’avvento delle celle frigorifero elettriche, le grotte persero la loro destinazione d’uso e furono lentamente abbandonate ai traffici “leciti” per lasciare spazio alla conservazione delle carni macellate “abusivamente”.

Successivamente quelle aree divennero la tomba di centinaia di cani randagi.

Cani che catturati dagli “accalappia cani” (da noi definiti acchiappacani) di notte, venivano poi abbattuti brutalmente e smaltiti buttando le carcasse proprio sotto quelle grotte.

Doveva essere una sorta di “Fosse Ardeatine” per cani. Uccisi molto presumibilmente, in batteria, con la pistola con la quale oggi si uccidono i grossi bovini. Uno stantuffo che, esce, sfonda il cranio, trapassa il cervello e poi rientra in sede grazie ad una molla.

pistola_abbattimento_03

Successivamente fu prima murato l’ingresso alle grotte, cioè otturate le scale. Poi, quando la struttura fu dedicata all’uso attuale, furono chiusi anche i due lumi di grotta che vi portavano la luce.

Orbene, il altri luoghi, queste grotte sarebbero divenute un museo, qui sono discarica occultata.

2

4

3

Print Friendly, PDF & Email

Redazione

Per info e comunicati: [email protected] | [email protected]

admin has 104185 posts and counting.See all posts by admin

error: Contenuto Protetto!