DON PATRICIELLO MINACCIATO DAVANTI ALLE TELECAMERE
NAPOLI – Grave e allarmante contestazione è avvenuta stamane ai danni di don Maurizio Patriciello, il prete di Caivano che da tempo si batte a difesa dei territori a nord di Napoli compresi nella cosiddetta Terra dei fuochi, dove lo sversamento illegale dei rifiuti raggiunge percentuali più alte che altrove inquinando le colture.
Il parroco di Caivano, al termine di un sopralluogo effettuato con il ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo su un terreno coltivato a cavolfiori – sequestrato nelle scorse settimane dalla Forestale per la presenza di amianto nel sottosuolo – è stato accerchiato da alcuni contadini che gli hanno rimproverato la colpa del cattivo andamento dei loro affari.
“Anche l’ ex Prefetto di Napoli Andrea De Martino a suo tempo – dichiarano il prete anticamorra Don Aniello Manganiello ed il responsabile regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli già assessore all’ agricoltura della provincia di Napoli – redarguì e invitò in modo scortese Don Patriciello a stare al proprio posto. A quanto pare questo prete scomodo da fastidio davvero a tanti. Negli anni diversi studi hanno documentato che lo sversamento illecito di rifiuti e le coltivazioni su terreni inquinati sono tra le cause primarie di avvelenamento e malattia che spesso portano alla morte soprattutto di tipo tumorale della cittadinanza locale.
Quei contadini se effettivamente sono tali hanno sbagliato a rivolgersi in quel modo a Don Patriciello e soprattutto a minacciarlo. Questo atteggiamento intollerante e combattivo lo avrebbero dovuto avere nei confronti della camorra e degli sversamenti e roghi tossici che avvengono da tempo anche con la complicità di una parte della popolazione non verso uno dei pochi baluardi di legalità che ogni giorno si batte per bonificare e salvare questo territorio. E’ la camorra il primo motivo per cui gli “affari” agricoli vanno male per chi coltiva nell’ area della terra dei fuochi non certo Don Patriciello.
Per quanto ci riguarda proponiamo al Ministro dell’ Agricoltura a livello precauzionale di far convertire tutta l’ area agricola dove avvengono i roghi da anni in coltivazioni no food almeno finchè non sarà debellato definitivamente il fenomeno e bonificato seriamente il territorio.
E’ troppo rischioso oramai far coltivare e mangiare del cibo coltivato e prodotto sulla terra dei fuochi”.