RIAPPAIONO LE SORGENTI DEL RIULLO
ACERRA. Così apparivano a maggio, dopo la segnalazione della loro ricomparsa, e la richiesta dell’Archeoclub al Comune di ripulire gli alvei dai rifiuti. Sono le sorgenti del Riullo, le antiche fonti di acqua sulfurea che scorrevano nella piana tra Acerra, Maddaloni e Cancello come prosieguo dell’antica sorgente del Clanio. Scomparse negli anni Ottanta, sono riemerse nell’area archeologica di Suessola, a distanza di 7 anni. Risvegliando il desiderio di rivalutare le bellezze anche paesaggistico naturali in località Bosco di Calabricito, in stato di abbandono e degrado ambientale. E di rispolverare quel progetto di fattibilità redatto dall’ufficio tecnico nel 2007 per la realizzazione di un polo culturale con un museo archeologico naturalistico all’interno della casina Spinelli, nell’ambito del parco di interesse regionale di Suessola. Un appello accolto dall’amministrazione comunale, che ha avviato i primi interventi e spedito campioni all’Arpac per fare analizzare le acque. A portare avanti il grosso dei lavori, compresi gli scavi per ridare alle fonti l’antico letto rubato dai campi, un gruppo di cittadini volontari. Coadiuvati anche dalla protezione civile, agricoltori locali, dalla ditta che si occupa della differenziata, e dalla polizia municipale. Siamo quindi ritornati alle sorgenti con Mimmo Gaglione, promotore del gruppo, che ha trasformato l’area dove si è subito ricreato l’habitat ideale per flora e fauna. Le acque sono arrivate al Mulino, a ridosso della Casina Spinelli, originariamente destinata (metà del 700) alla caccia, poi all’allevamento di bufale e alla coltivazione. Espropri a parte, c’è da considerare la fatiscenza in cui versa la zona, attualmente interessata dal divieto di caccia emesso dal sindaco. I manufatti risultano dei successori degli eredi dei conti spinelli, mentre i terreni circostanti dei coltivatori locali. Vani i tentativi delle amministrazioni comunali di entrarne in possesso, da ultimo, l’emergenza del primo circolo didattico chiuso per inagibilità che ha dirottato i fondi delle compensazioni ambientali. Rimaniamo tuttavia, in un’area nelle vicinanze della linea ferroviaria che collega gli scali merci di Marcianise e Nola, dove incombono zona Asi e inceneritore, nonché interessata dallo smaltimento illecito dei rifiuti tossici. E i costi per la bonifica non rientrano nei quasi 13milioni di euro stimati dal progetto del 2007. Anche per questo che l’amministrazione ha riunito Arpac, Asl, Regione e provincia perché ad Acerra sia restituita priorità nel piano regionale delle bonifiche. Alla luce del fatto che 2 anni fa la Regione ha dichiarato il bosco di Calabricito “parco regionale” e il Riullo è tornato a vivere.