IL TRISTE DESTINO DEI MONUMENTI INVISIBILI

Condannati al degrado e all’oblio, rappresentano memorie pregevoli del passato e risorse economiche di rilievo. Dal castello di Casapozzano al Seggio di Aversa, dalla Reggia di Carditello al Mitreo capuano.

 


Si inizia a parlare di monumenti invisibili quando davanti agli occhi si impone forte e autentico un pezzo di storia e nessuno lo vede, nessuno lo riconosce come tale, nessuno sa spiegarne l’esistenza. Questo è quello che accade nel paese dell’arrangiarsi e della noncuranza, dove i pezzi di storia vengono abbandonati a se stessi. Un esempio tra tanti: il castello di Casapozzano, enorme fantasma di pietra, costruito in epoca longobarda. La struttura ha subito, nel tempo, diverse restaurazioni e aggiunte. Ad apportare le ultime e più significative modifiche, nel XVIII secolo, fu Alicia Higgins, di origini irlandese e moglie di Vincenzo Capece Minutolo, ex proprietario del castello. Lasciandosi ispirare dal gusto artistico della sua terra, arricchì l’antico maniero medioevale con cornici, stemmi e con i comignoli. Interessante, durante la visita del castello, è la lapide ubicata all’ingresso principale, che ricorda il pedaggio imposto ai passanti in epoca longobarda. Non propriamente “invisibile”, data l’imponenza della struttura, ma vittima di una valorizzazione insufficiente, è la Reggia di Carditello: anticamente riserva di caccia di Carlo Borbone, poi trasformata da Ferdinando IV in una tenuta adibita all’allevamento di razze pregiate di cavallo. La reggia comprende anche la Palazzina reale, all’interno della quale vi è la cappella, abbellita da luminosi affreschi raffiguranti la Natività e la Fuga dall’Egitto. Il sito di Carditello ha subito per anni le conseguenze di atti vandalici ed ancora oggi in stato d’abbandono, o meglio in attesa di un acquirente (base d’asta 5 milioni di euro). Gran parte dell’arredo e dei terreni furono donati all’Opera Nazionale Combattenti, che procedette subito alla loro vendita (molti di questi oggetti sono ritrovabili all’interno della Reggia di Caserta e di Capodimonte). Un’ipotetica e completa restaurazione, e quindi valorizzazione, della Reggia sarebbe possibile grazie ai due bozzetti storici conservati nella Reggia di Caserta, progettati da Philip Hackert, decoratore e affrescatore di “siti reali”. Ma, purtroppo, fino ad oggi nessuno sembra interessato a procedere con i lavori. Un vero e proprio centro di “invisibilità” è il comune di Aversa. Un interessante itinerario della città, attraverso i suoi pezzi di storia, la sua cultura offuscata, ci è offerto dal professore Fortunato Allegro, grande conoscitore della sua città, attivo nel tentativo di valorizzare ciò che viene dimenticato. In via San Francesco si ammira il Sedile di San Luigi, utilizzato in passato dalle grandi famiglie aristocratiche della città per discutere di quei problemi legati all’amministrazione interna del territorio. Più che di un valore artistico parliamo, nel caso del Sedile, di un importante valore storico. Di queste antiche strutture, costruite in gran numero nel Medioevo, ne restano soltanto sei in tutta Italia! Poi c’è il Seggio, con la colonna di marmo utilizzata dai normanni per le loro costruzioni, al centro della strada. Questo è solo un piccolissimo itinerario di tutte le ricchezze nascoste ad Aversa e nelle zone limitrofe. L’accento polemico cade ancora una volta sull’arte svalutata, dimenticata e svuotata del suo potenziale, perché no, anche economico.
MARIANO GARGIULO

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