PROTESTA ALL'INCENERITORE DI ACERRA

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ACERRA. Una scelta simbolica, quella di protestare all’inceneritore di Acerra in località Pantano, perché “questo impianto non crea né lavoro né tutela per l’ambiente e la salute”. Ad inscenarla questa mattina, i disoccupati dell’ex progetto Bros e gruppi di ambientalisti, provenienti da alcuni dei Comuni della “Terra dei Fuochi”. Il caos è cominciato alle 7, con il blocco dei camion all’ingresso dell’impianto. Una quindicina tra senza lavoro e attivisti, quelli che riusciti a varcare i cancelli, si sono diretti ai camini dell’inceneritore. Arrampicandosi alle ciminiere, hanno poi raggiunto un’altezza di 100 metri. Una quarantina, invece, gli altri rimasti a terra, che nel contempo, hanno bloccato i camion in entrata, impedendo il conferimento dei rifiuti all’impianto. L’inceneritore tuttavia, ha continuato a bruciare. Sul posto, immediato l’intervento delle forze dell’ordine delle locali stazioni, che hanno cercato di mediare. A scatenare la rabbia dei manifestanti, la mancata convocazione a Roma dell’incontro con i vertici dei ministeri dell’Ambiente e del Lavoro, dopo lo slittamento del summit che era stato fissato per il 7 novembre scorso. “Vogliamo un tavolo interististuzionale con Regione, Comune e Provincia per un nuovo piano occupazionale – sbottano i disoccupati di Acerra e Napoli -, ma anche la chiusura dell’inceneritore perché inquina e le sue polveri sottili hanno fatto aumentare le allergie e l’asma tra i cittadini – proseguono gli attivisti ambientali -. Qui qualcuno comincia a sentirsi male: c’è una puzza insopportabile e c’è molto vento. Vogliamo la bonifica e lavorare”. Momenti di tensione si sono registrati quando gli agenti hanno sgomberato l’area antistante l’ingresso dell’impianto, e richiuso i cancelli, per permettere ai tir di entrare ed uscire per i conferimenti di rifiuti. All’esterno, la protesta è continuata con un sit-in. Presenti, il Movimento Disoccupati di Acerra, Banchi Nuovi di Napoli, l’Iskra di Bagnoli, gli Zero 81, Bancarotta di Giugliano e il Comitato “No Inceneritore Terra di Lavoro” di Aversa, con il Laboratorio politico “La Scintilla”.  “E un impianto simile lo vogliono costruire a Giugliano? – concludono – Piuttosto, bonifichino i nostri territori, laddove è possibile. Una bonifica, che sia a gestione popolare. Vale a dire, attraverso l’impiego di disoccupati altamente specializzati nel settore”.
Annalisa Aiardo
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Redazione

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