Rifiuti, rivelazioni Schiavone: la Procura di Roma indaga
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale sul tema dei rifiuti tossici interrati dalla camorra in zone del basso Lazio, tra le province di Latina e di Frosinone. Il fascicolo, per il momento contro ignoti e privo di ipotesi di reato, è stato aperto sulla base delle notizie di stampa relative alle dichiarazioni di Carmine Schiavone, il pentito dei Casalesi le cui rivelazioni sul sotterramento di rifiuti tossici provenienti dal nord Italia ed anche dall’estero, cominciate nel 1997 davanti alla Commissione bicamerale sulle Ecomafie recentemente desecretate, sono tornate d’attualità dopo l’intervista rilasciata, la scorsa estate, alla giornalista di Sky TG24 Chiara Cerqueti. Ad indagare a piazzale Clodio sono magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia. Sui rifiuti tossici interrati dalla camorra sono a lavoro anche i magistrati di Napoli, Campobasso, Isernia e Bari.
Nell’intervista rilasciata a SkyTG24 Schiavone ha fornito una serie di rivelazioni sui luoghi dove sono interrati i rifiuti. Ha parlato di Latina, Cassino, Formia, Gaeta come estensioni del dominio del clan camorristico a due passi da Roma. Nel lungo elenco di camion e trasportatori che a Nord caricavano e a Sud scaricavano ci sono mezzi immatricolati proprio a Latina. Sempre secondo Schiavone molti sono stati usati per sversare nella discarica di Borgo Montello. Proprio sulla situazione delle falde acquifere dell’invaso di Borgo Montello i risultati delle analisi dell’Arpa sarebbero stati consegnati alle istituzioni già la scorsa estate e non ancora divulgati. Secondo indiscrezioni parlerebbero di una situazione di inquinamento costante e mai diminuita. La Regione Lazio ha autorizzato proprio qui la costruzione di un nuovo impianto di trattamento meccanico-biologico.