LA CRISI FA RIVIVERE IL “CAFFÉ SOSPESO”
Antica tradizione e gesto di solidarietà. Domani la giornata della tazzina pagata
L’usanza del caffé sospeso nasce a Napoli a metà Ottocento
Come funziona? È semplice. «Nei locali che fanno parte del circuito ognuno può lasciare un caffè pagato. Ci sono gestori che scrivono su una lavagnetta quante tazzine gratis rimangono da sfruttare e le cancellano man mano che queste vengono consumate» racconta Chiara Sasso, presidente della Rete del caffè sospeso. «L’obiettivo – prosegue – é stimolare la pratica dello scambio che, dal cibo ad altri generi di prima necessità, oggi come oggi svolge un ruolo sempre più importante. E poi vogliamo promuovere la nostra attività nella speranza che il caffè sospeso arrivi ogni giorno in nuovi bar ed eventi».
Anche per questo domani, 10 dicembre, in concomitanza alla Giornata internazionale dei Diritti Umani, si celebra la terza Giornata del caffè sospeso. Un ricco calendario di eventi disseminati su e giù per l’Italia che comprende reading, performance musicali e artistiche, proiezioni di cortometraggi e merende con dolci accompagnate da caffè – e non avrebbe potuto essere altrimenti – sospesi.
Al fianco della Rete si sono schierati molti volti noti. Da Luca Mercalli alla compianta Franca Rame fino al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Tutti per il caffè sospeso. Che poi non é soltanto un caffè, ma un gesto di umanità. Accompagnato, perché no, da un sorriso.