L’EDITORIALE: LA TERRA DEI FUOCHI, DEI VELENI MA ANCHE DI OMINICCHI E QUAQUARAQUA!
Di Stefano Montone
L’impressione è che non tutti abbiano ben compreso la portata del problema terra dei fuochi. L’impressione è anche quella che alcuni non abbiano capito per nulla il problema e lo confondano con il problema dei rifiuti urbani e degli inceneritori. La certezza invece è che in tanti marcino sul fenomeno solo per visibilità e tornaconto personale.
In pratica il fenomeno terra dei fuochi consiste in tre distinte problematiche:
1) L’incendio incondizionato di rifiuti speciali. Tali rifiuti sono costituiti per il 90% da scarti di lavorazioni di pellame e materiale tessile di fabbrichette abusive di scarpe, di borse e di vestiario. Tali attività, per la maggior parte illecite, si trovano quasi esclusivamente nell’area a nord di Napoli. Ma il materiale combusto è vario. Ci sono tantissimi copertoni – sempre smaltiti da gommisti abusivi – materie plastiche, tubi e fili utilizzati nella coltivazione dei campi, coperture di celofan delle serre, bidoni di vernici ecc. Orbene ogni giorno ci sono decine e decine di roghi che emettono sostanze tossiche nocive causando disturbi alla salute.
2) L’interramento e l’intombamento dei rifiuti tossici altamente nocivi e probabilmente anche radioattivi effettuato dalla camorra tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anno ‘90. Tali rifiuti sono stati nascosti e/o sversati nei terreni, nelle cave, nei laghi, nei canali di irrigazione e nei fiumi. Lo sversamento è avvenuto sotto varie forme. Sostanze come la formaldeide, la trielina, le vernice, gli oli esausti venivano contenuti nei bidoni e poi sotterrati; altri rifiuti solidi, come gli scarti di fonderia, venivano sversati nei terreni e nelle cave sotto forma di cubi di materiale compresso. Addirittura sostante velenosissime come il tristemente noto PCB – policlorobifenili – venivano addirittura sversate nei campi coltivati spacciandoli per concime.
3) Il terzo problema, apparentemente, non è causato dalla camorra ma dalla inciviltà dei cittadini. L’abbandono incondizionato lungo le strade di ogni tipo di materiale nonché di una quantità impressionante di amianto (eternit) lasciato praticamente in ogni dove.
Tutto ciò ha portato ad un aumento esponenziale di tumori, leucemie ma anche di malattie respiratorie e della pelle. Se cosi non fosse, gli illustri luminari dell’oncologia e tossicologia, dovrebbero spiegarci come mai nelle nostre zone i tumori sono dieci volte tanto quelle delle altre zone d’Italia. E non è certo perché mangiamo troppi panzerotti e pizze fritte come disse qualche tempo fa l’oramai ex e tristemente noto ministro Balduzzi.
Il fenomeno era da sempre conosciuto ma da circa un anno la protesta è stata portata alla ribalta da un prete, don Maurizio Patriciello parroco del Parco Verde a Caivano. Affiancato dal dott. Marfella noto oncologo del Pascale.
Don Maurizio ha catturato finalmente l’attenzione pubblica facendo parlare “i morti”, ossia mostrando le immagini, le gigantografie, dei bambini morti di cancro e leucemia.
Ad agosto del 2013 il pentito Carmine Schiavone è improvvisamente uscito in televisione dicendoci quello che in pratica già sospettavamo, che la nostra terra fosse zeppa di ogni tipo di rifiuto. A seguito delle prime manifestazioni, sono stati desecretati i verbali del pentito Schiavone. Ma la delusione più grande non è stata quella di avere conferma delle nostre paure più oscure ma sapere che lo Stato sapeva tutto e ce lo ha taciuto per venti anni. Per venti anni lo stato Italiano non ha fatto nulla, ci ha lasciato morire! A quell’epoca era Ministro degli Interni l’attuale presidente della Repubblica Napolitano …. Come dirà Patriciello il 16 novembre dal palco di #Fiumeinpiena “Napoletano come noi!!!”
La protesta di questi mesi ha preso corpo con numerose marce; in particolare citiamo quelle più imponenti la Orta-Caivano lunga cinque chilometri e con la massiccia partecipazione di circa cinquantamila persone; la coraggiosa marcia di Casal di Principe nelle stradine del regno della camorra; la mobilitazione generale di ottobre (questa però organizzata da Angelo Ferrillo dell’associazione terra dei fuochi) ed infine il #Fiumeinpiena del 16 novembre che ha portato più di 70mila persone a Napoli a marciare sotto una pioggia costante e fastidiosa. In verità una marcia è stata fatta anche ad Aversa. Marcia per la verità assai breve rispetto alle altre (dal Parco Pozzi all’arco dell’Annunziata) con la buona partecipazione di circa tre/quattromila persone ma senza la presenza di don Patriciello.
L’idea che qualcuno o forse molti possa sfruttare la protesta, intrufolarsi nei movimenti, per un ritorno di immagine personale a fini elettorali a noi de La Rampa ci era apparsa subito evidente…. Un odore sentito a pelle grazie forse all’acutezza che il marciapiede ci ha regalato dopo tanti anni di lavoro.
Ma fin quando questa fosse stata solo la nostra sensazione la considerazione era poca, ma quando ad accorgersene è lo stesso don Patriciello la questione si mette diversamente.
Scrive don Maurizio Patriciello in data 7 dicembre 2013 “Tra poco ci saranno le elezioni. Essere eletti,diventare sindaci, deputati, senatori, europarlamentari fa gola a tanti. Legittimamente, per carità. Anzi, visto che tra chi ci ha governato in questi anni, nascosti ben bene, c’erano tanti ignavi e incapaci, cambiare si rende necessario. Ho il sentore, però, che qualcuno stia preparando la sua ascesa strumentalizzando il malessere e la sofferenza della “ Terra dei fuochi”.
La protesta dunque è un patrimonio del popolo, di tutti coloro che hanno partecipato alle marce e giammai apparterrà esclusivamente a questo o a quel comitato, gruppuscolo o gruppetto.
Ancor più nel periodo natalizio si sente in bocca quel viscido sapore di limo all’idea che qualcuno abbia potuto “marciare” sul dramma della terra dei fuochi per fini elettorali, pubblicitari, di mera visibilità.
Sono spuntati attivisti dappertutto, gente che non ha mai visto un rogo da vicino, che non ha mai respirato l’odore acre di un fusto di formaldeide, che non ha mai visto il grigiore delle scorie di fonderia… tutti in fila a mettersi in prima linea e a pettinarsi i capelli alla vista di una telecamera.
Queste persone stiano lontane da chi combatte con passione, la lotta per la terra dei fuochi non ha bisogno di tali loschi figuri… spostino la loro attenzione sui provini del grande fratello e di X factor…. Non infangate il nostro dolore.