L’OPERA DI POCHI DISTRUGGE IL LAVORO DI TANTI. DON PATRICIELLO METTE ALLA PORTA I CONTESTATORI
consegnati al Governatore Caldoro due distinti documenti, uno a nome di #Fiumeinpiena e uno a Nome del Coordinamento dei Comitati
Caldoro contestato e don Maurizio mette alla porta i contestatori
Riunione a Caivano in parrocchia. Esplode la polemica, il governatore ha risposto in modo burocratico alle domande
video: http://youmedia.fanpage.it/video/aa/UmyT7-SwXeT4qyKr
venerdì 6 dicembre 2013 – 14:10
di Mariateresa Belardo – fonte Parallelo41
Si è presentato alla parrocchia di don Maurizio al parco Verde di Caivano, alle 7.30, prima dell’orario previsto. E a quell’ora è cominciata la riunione tra il presidente del Consiglio regionale, Stefano Caldoro, i rappresentanti del coordinamento comitati fuochi, di #fiumeinpiena, di Giuglianomare, alcuni agricoltori della provincia e tanti cittadini ansiosi di ascoltare che finalmente si sta muovendo qualcosa, in modo risolutivo.
Ma dopo due ore e mezza all’uscita dalla sala dove si è tenuta la riunione, un gruppo di persone ha fortemente contestato il governatore Caldoro, urlandogli “colluso, vergognati!” e accusandolo di non aver dato risposte concrete. Risoluta e irritata la reazione di don Maurizio Patriciello, che ha praticamente cacciato via i contestatori dal sagrato della parrocchia, dissociandosi da quanti avevano urlato contro Caldoro e intimandogli di non permettersi mai più di dire che fanno parte dello stesso movimento. Caldoro aveva anticipato l’appuntamento di stamattina dalle 8 alle 7,30. “Ci saranno delle novità importantissime”, hanno pensato tutti. E invece, a quanto pare, due ore di chiacchiere pressoché inconcludenti. Per carità, fatte nel modo più istituzionale, con il governatore che prende atto che “la situazione è seria”, “che la situazione è grave”, che è necessario un tavolo di confronto, ma fatto con “metodo” e che il metodo presuppone delle regole. “Ho bisogno – dichiara Caldoro – di sapere chi sono i referenti con cui andare a confrontarmi, per cui è necessario che fra i rappresentanti delle associazioni ci siano tecnici, avvocati, ingegneri, medici, sempre nel pieno rispetto della democrazia”. Responsabilità, silenzi, assenze istituzionali? Tutto passato in secondo piano. Caldoro si prende “il buono” che c’è nel decreto legge per la Terra dei fuochi, “attraverso il quale – dice – è possibile integrare tutto ciò che è mancato nella filiera dei controlli, incrociando i dati attraverso lo strumento del contratto istituzionale di sviluppo, un potere da utilizzare, per intervenire più velocemente sulle emergenze”. Sì, ma come, presidente Caldoro? “Le responsabilità quindi, se le prende il governo, che ci mette la faccia, e non ricadranno più sui singoli, per esempio i sindaci”. Si, ma quando, presidente Caldoro? “Capisco che abbiate tante domande, ho tante risposte e sono pronto a darvele”. Ancora: sì, ma quando, presidente Caldoro? Il Coordinamento Comitati Fuochi gli ha consegnato un documento, con delle domande chiare: quali azioni sono state intraprese per la ridefinizione delle aree SIN (siti di interesse nazionale), perché proprio in una di queste, a Giugliano, si pensa ancora di portare impianti insalubri come gli inceneritori, quando o cosa dovremmo aspettare per vedere gli effetti della legge regionale che avrebbe dovuto garantire ai cittadini servizi e opportunità per lo smaltimento dell’amianto, quali azioni sta intraprendendo la regione per invertire la tendenza che ci vorrebbe come sversatoio dei rifiuti pericolosi dell’intero Paese? E ancora: perché la Regione prepara un piano bonifiche che definisce le aree vaste e poi si limita a bandire le gare di bonifica per singoli siti senza elaborare interventi per la riqualificazione dell’intera area? Perché la Regione non è ancora intervenuta su strutture come l’Arpac e l’Asl, sui legami politici che ne caratterizzano le nomine e carriere dirigenziali, ridando credibilità a queste strutture? Dov’è la tutela delle aree paesaggistiche? Perché ai cittadini campani non viene riconosciuto il diritto di diagnosi, analisi e cura per intossicazione di tipo ambientale? Un altro documento, consegnato da Lucio Righetti, e firmato da #fiumeinpiena16novembre, chiede al governatore Caldoro se è riconosciuto che in Campania è stato commesso il reato di biocidio, se ha letto il documento che centomila cittadini hanno approvato la sera del 16 novembre, e se ha intenzione di dare risposta alle legittime aspettative di un popolo, che da mesi, chiede che venga ascoltata la sua voce. Tante domande, a cui il governatore, promettendo un ulteriore incontro da svolgersi magari in un orario più consono, si è riservato di rispondere per iscritto. La Terra dei fuochi sarà stato pure il suo primo pensiero, stamattina, ma sicuramente l’incontro non è stato soddisfacente per chi, da tempo, per questo problema, non ci dorme neppure la notte.