De Girolamo abbandona, Letta assume l’interim
Premier accetta dimissioni. Alfano: ‘Ho provato a farla restare’. Bonino: ‘Sorpresa dalla decisione’
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta – si legge in una nota – ha accettato le dimissioni presentate dal ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, e ha assunto l’interim del dicastero. Letta ha inoltre convocato per questo pomeriggio a Palazzo Chigi i sottosegretari alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina e Giuseppe Castiglione.
Nunzia de Girolamo ”mi ha chiamato per avvertirmi. Le ho detto che non condividevo le sue dimissioni e ho provato, invano, a trattenerla. Ma ha la testa dura, ha insistito ad andare avanti”. A dirlo il vicepremier Angelino Alfano in un’intervista a Repubblica. ”Nunzia in Parlamento si è difesa bene, ha usato parole chiare. Io le ero seduto accanto e lo rifarei”, dichiara Alfano. Il rapporto tra De Girolamo ed Enrico Letta, prosegue, ”è sempre stato molto solido e amichevole. Evidentemente si aspettava un’attestazione più calorosa da parte del premier”. Sulla legge elettorale, ”Renzi ha detto che è Berlusconi a non volere le preferenze, Grillo le vuole, tutti gli altri pure. Se questo è vero, significa che l’intesa è bloccata solo da Forza Italia. Ma non credo sia utile per loro assumersi la responsabilità storica di mantenere in vita la parte più odiosa e criticata del Porcellum, le liste bloccate”, afferma il leader di Ncd, che sottolinea: ”Non cerco accordi con la minoranza del Pd per sfruttare il voto segreto. Parlo a viso aperto e spero in un’intesa in 24 ore”. In merito a un’alleanza tra Ncd e Forza Italia in caso di elezioni anticipate, ”il centrodestra vince solo se è una coalizione, perché se lo scontro elettorale fosse tra Pd e Forza Italia, Renzi resterebbe avanti di dieci irrecuperabili punti”, dice Alfano. ”Noi speriamo di poter costruire il ‘nuovo’ centrodestra e non vorremmo essere costretti a costruire un ‘altro’ centrodestra”.
Schifani, non torna in Fi, resterà con noi – “Il Ncd ha difeso in maniera chiara, trasparente e convinta l’amica e collega De Girolamo”. Lo dice Renato Schifani, presidente del Comitato promotore del NCD, intervenendo a “Prima di tutto”, Radio 1. “L’abbiamo sostenuta – aggiunge – perché abbiamo lamentato la procedura inaccettabile di rubare affermazioni in libertà che possono essere rese all’interno della propria intimità domestica e quindi sono conversazioni private che non hanno valenza giuridica, direi quindi un atto di barbarie. Siamo stati accanto a Nunzia senza se e senza ma sia in pubblico che in privato. L’aggressione mediatica e anche politica che ha subito è un fatto inaccettabile che ci ha molto amareggiato, ma abbiamo fatto squadra. Escludo ipotesi che possa concretizzarsi un suo ritorno in FI perché darebbe la sensazione di tornare nel partito solo perché è stata costretta a lasciare il ministero. Nunzia De Girolamo non ha mai dato e non darà mai, conoscendola, la sensazione di essere attaccata alla poltrona, Ha creduto nel progetto del NCD e resterà con noi. ”
“Prendiamo atto delle dimissioni del ministro De Girolamo, a seguito delle vicende su cui il Pd l’aveva incalzata in Aula. Ora più che mai il Pd è impegnato a portare a casa un percorso di riforme, legge elettorale, Titolo V, Senato gratis per il Paese e i suoi cittadini”. Così Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria del Pd.
La decisione del ministro De Girolamo di dimettersi “mi ha sorpreso, non ne avevo avuto sentore”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino a Radio24. Rispondendo poi ad una domanda su un possibile rimpasto, ha aggiunto: “di rimpasto, anche da lontano e occupandomi di altro, ne ho letto sui giornali negli ultimi giorni”.
“È una decisione del premier Letta, ho registrato le dimissioni ma non commento”. Così il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge.
Renzi, è un problema di Letta – ”Non so. Io mi occupo di riforme, di lavoro, di tagli ai costi della politica. Il governo e i ministri – osserva Renzi in merito alle dimissioni di De Girolamo – sono un problema di Letta”. (Da intervista al “Messaggero”)