RIPORTAVANO LA SCRITTA “MADE IN ITALY” MA VENIVANO DALLA CINA

150_SEQUESTRO TESSUTI (1)

I finanzieri del Gruppo di Salerno – 2° Nucleo Operativo – in collaborazione con funzionari
dell’Ufficio delle Dogane, nell’ambito dei molteplici controlli effettuati all’interno dell’area
portuale sulle merci in entrata ed in uscita dal territorio nazionale, hanno rinvenuto, stivati
in un container, n. 416 rotoli di tessuto riportanti sulle confezioni indicazioni tali da indurre i
consumatori a ritenere che i prodotti fossero stati prodotti in Italia mentre, in realtà, erano
provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, e destinati ad una società campana.
Il container è stato individuato grazie all’esame documentale svolto dall’Ufficio Integrato di
Analisi dei Rischi che vede operare, in sinergia, militari delle fiamme gialle e funzionari
della dogana. Infatti, l’accurata indagine condotta ha fatto emergere dapprima la falsa
indicazione sui documenti che riportavano quale causale dell’importazione “tessuti in fibre
sintetiche” e, successivamente, l’apposizione sui tessuti della falsa etichetta “Made in
Italy”.
Sono in corso accertamenti tesi a stabilire se i prodotti in sequestro rispettano la normativa
posta a tutela della salute e ad accertare la genuinità delle materie prime utilizzate per la
loro produzione.
Il rappresentale legale della società importatrice, agli effetti dell’art. 517 C.P. (Vendita di
prodotti industriali con segni mendaci), è stato denunciato alla competente Autorità
Giudiziaria.
La società, per l’illecito amministrativo dipendente dai delitti contro l’industria ed il
commercio, è stata segnalata all’A.G. agli effetti dell’art. 25-bis.1, comma 1, lett. a), del D.
Lgs. 231/2001.
L’attenzione che la Guardia di Finanza rivolge al fenomeno della contraffazione e alla
tutela del “Made in Italy” è dettata dalla necessità di assicurare sul mercato una corretta
concorrenza che tenga conto della qualità e soprattutto della sicurezza dei prodotti a
garanzia dei consumatori finali, nella evidenza che queste attività illecite rechino un danno
economico alle imprese che hanno regolarmente registrato i marchi ed all’erario in
relazione alla correlata evasione in materia di iva ed imposte sui redditi.

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Redazione

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