TUMORE ALLO STOMACO: NE STRONCA 9 SU 10!
In Italia a cinque anni dalla diagnosi il 90% non sopravvive al tumore dello stomaco
La sopravvivenza complessiva a cinque anni al cancro dello stomaco in Italia è inferiore al 10%.
Uno studio nazionale italiano dei gastroenterologi dell’Associazione Italiana Gastroenterologi ed
endoscopisti Ospedalieri (AIGO) che ha coinvolto 24 centri italiani con oltre 1000 pazienti arruolati, ha
osservato come lesioni precancerose nello stomaco siano presenti in circa il 30% dei soggetti tra i 50 e
65 anni ma solo il 5% dei casi totali presenta delle alterazioni della mucosa gastrica tali da richiedere
una sorveglianza programmata (ogni 1-3 anni). Poiché in Italia non sono realizzabili per motivi di costoefficacia
programmi di screening su soggetti che non hanno sintomi, come per esempio si effettuano in
Giappone o in Corea, è necessario individuare i soggetti a maggior rischio nei quali potrebbero essere
utili controlli endoscopici programmati per una diagnosi precoce della neoplasia gastrica. Per questo è
stato proposto uno studio multicentrico prospettico nazionale di follow up nei pazienti con lesioni
precancerose gastriche per valutare la possibilità di ridurre la mortalità per cancro dello stomaco.
Malattie infiammatorie croniche intestinali
Le malattie croniche intestinali sono malattie invalidanti che colpiscono migliaia di pazienti in Italia.
Questi necessitano di terapie croniche, ricoveri ospedalieri e, non raramente, di interventi chirurgici.
L’introduzione dei cosiddetti “farmaci biologici”, a base di anticorpi monoclonali che bloccano il processo
infiammatorio cronico, ha rappresentato un notevole passo in avanti sul piano terapeutico: in particolare
il Vedulizumab è un nuovo farmaco che verrà registrato per la colite ulcerosa, in grado di bloccare il
processo infiammatorio come altri due farmaci già in uso, l’Infliximab e l’Adalimumab, più indicati però
per il Morbo di Crohn. Il Vedulizumab è indicato soprattutto in quei pazienti non responsivi ad almeno
una delle terapie convenzionali o al trattamento con anti-TNF alfa. Tuttavia, ci sono ancora molti
traguardi da raggiungere per migliorare il management dei pazienti con queste malattie.