Vedi Napoli e poi.. troverai una città in crescita!
– di Claudia Ferrara
Inizia così l’articolo celebrativo su Napoli pubblicato due giorni fa su The Guardian. Un diario di viaggio su Napoli e le sue bellezze, ma soprattutto i suoi recenti cambiamenti.
L’autrice (Ondine Cohane, nota scrittrice e giornalista irlandese, sempre in viaggio alla scoperta di culture e sapori, ndr) è da sempre un’amante della città e ciò che la attrae di più è il contrasto perenne che vi ha trovato ancora una volta nel suo recente viaggio: un luogo ribelle e ameno allo stesso tempo, dove si alternano strati di arte e di caos da soap opera, dove c’è determinazione anche laddove sembra che tutto stia per precipitare.
Nel mettere in evidenzia la nuova fase di trasformazione che Napoli sta attraversando, la scrittrice afferma che Luigi de Magistris sia diventato rapidamente un simbolo di questa innovazione, andando al di là dei cliché e rivalutando i tesori artistici della città. Infatti per l’autrice la città ha subito un drastico cambiamento dal 2011: la chiusura al traffico di zone importanti e l’impegno del sindaco a migliorare il sistema di riciclaggio e di conseguenza diminuire la quantità di spazzatura per le strade, ad esempio, stanno rendendo Napoli più vivibile. A questo si aggiunga la presenza di volontari che aiutano nella pulizia del verde pubblico e i lavoratori comunali che lavorano tra mille difficoltà, la principale quella di avere a disposizione un budget bassissimo, forse il più basso di molte altre città.
Il risultato è che molti tesori antichi sono stati riscoperti, come ad esempio il museo di Capodimonte, che malgrado la sua collezione di opere tra cui quelle di Caravaggio, Tiziano e Breughel Senior, solo ora stanno attirando l’attenzione soprattutto all’estero.
Ma anche il moderno fa discutere di sé: sotto la città la metropolitana è diventata uno dei progetti più discussi in Italia e all’estero. Curata da Achille Bonito Oliva, che ha commissionato più di 100 tra artisti ed architetti, si sta trasformando in un museo sotterraneo.
E sul terreno, la galleria di arte contemporanea Madre nel palazzo Donnaregina è stato uno dei primi musei di nuova generazione in Italia, con installazioni site-specific create da artisti come Richard Serra, Jeff Koons and Anish Kapoor, più due stanze di affreschi di Francesco Clemente, influente artista napoletano.
La scrittrice è talmente innamorata di Napoli che spera questa nuova ondata di moderno (che tra l’altro ha visto anche l’apertura di sushi bar e spa) non la cambi troppo, e anzi si è sentita risollevata a vedere motorini sfrecciare per il centro e ristoranti tipici gestiti da Napoletani. Quello che ha reso e rende grande questa città sono proprio le sue contraddizioni, i suoi strati di nuovo e antico.