LA TESTIMONIANZA MISSIONARIA DEL P. MARIO VERGARA

Senza cedere alla retorica enfatica,quella scritta col Sangue, dal P. Mario Vergara, potrebe essere letta ed interpretata come una pagina senz’altro gloriosa del Martirio della nostra epoca;una pagina che ci tocca da vicino e che,com’è stato già detto,nobilita ancora una volta, il nostro territorio e rende se possibile, ancor più splendida, la storia del vissuto missionario della  Diocesi,aggiungendo un’ altra preziosa gemma alle altre sei che in tempi ,contesti e provenienze diverse,La incoronano.

Ancora una volta,la fede si intreccia con la storia e l’azione missionaria,con le “opere e i giorni” di coloro che hanno dato la vita per la diffusione del Vangelo.

Quella del P. Vergara,non è come tante altre,una testimonianza anonima,ma viva e palpitante nel fluire della vicenda esistenziale,dalla cui trama,si evince la generosità nel dono supremo della Vita per la dilatazione del Regno di Dio,come dimensione fondante e peculiare,peraltro, di tutta la storia del Cristianesimo.

Sembra opinione diffusa,quella che sottolinea,forse oggi ancor più che nei primi secoli dell’era cristiana,il considerevole numero di quanti,attraversando “vie” differenti,aggiornano il Martirologio della Chiesa che per lo scorso anno,registrava 22 martiri,da 13 nazioni del mondo.

Essi,come il P. Vergara hanno vissuto l’esperienza della Croce, come rivelazione dell’infinito amore di Dio,per cui,le rispettive vicende  umane si confondono con la memoria attuale ed attualizzante del dono di Sé per il Vangelo.

L’esemplarità della Figura del P. Vergara,col retaggio morale e spirituale che ci investe come cittadini della Sua Frattamaggiore e  “viandanti”nella Sua stessa  Chiesa d’origine,fatta oggetto,il 15 maggio al Teatro De Rosa di un Convegno Storico,moderato dal dott. Francesco Montanaro,Presidente del prestigioso Istituto di Studi Atellani,con la partecipazione del nostro Vescovo,dell’Ordinario Militare emerito,Mons. Vincenzo Pelvi e dello storico,prof. Ulderico Parente,sollecita un contributo di riflessione,perché questa stessa esemplarità-come scrive il Vescovo nel Suo Messaggio alla Diocesi in occasione della Promulgazione del Decreto da parte della Congregazione della Causa dei Santi-non sia lasciata cadere nell’oblio,ma susciti l’imperituro ricordo della Sua generosità di Apostolo del Vangelo e del suo entusiasmo nell’ “andare” per annunciare il Vangelo di Cristo ai fratelli lontani.

P. Mario Vergara,per il nostro territorio e per la nostra Chiesa Locale,ultimo martire del secolo scorso;definito il secolo del martirio,paragonabile all’epoca del cristianesimo antico,si staglia nel panorama ecclesiale e religioso,come modello di martire contemporaneo,nella dimensione evocativa del Diacono Martire San Sossio nostro Patrono,col quale,non sembra azzardato il confronto;uniti nello stesso Sacrificio,ma ovviamente distinti, a ragione dei contesti epocali e dei profili caratterizzanti  l’identità,la storia,la storiografia e l’agiografia,nonché la “lettura”  di ciò che  ciascuno ha compiuto.

“Glorioso,vivente tra i morti,Egli attede dopo la visione di Dio,l’osanna di tutta la Chiesa”.

Così,l’epigrafe sulla lapide commemorativa ,nella Cappella della “Congrega dei Preti” del Cimitero,da cui emerge il monito di una “consegna” ;a noi concittadini del P.  Vergara e alla Chiesa di Aversa,riguardo al  compito-come scriveva San Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica “Novo Millennio Ineunte”- di preservarne responsabilmente  la memoria dei martiri, guardando a   Lui,come “segno” della presenza di Dio anche in questo nostro tempo e nel vissuto della “storia” individuale e collettiva.

RAFFAELE PEZZULLO

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