Al Cardarelli come al circo, tra magie e giochi di prestigio.
di Annaslisa Aiardo
Di nuovo sul piede di guerra la dirigenza medica dell’ospedale più grande del Sud Italia, dove il General Manager ha deciso di ripresentare la delibera per bandire la copertura della responsabilità di 86 strutture semplici all’interno dell’Ospedale. Una delibera, che era già costata cara al manager Granata, vistosi sanzionare per comportamento antisindacale la scorsa primavera. Oltre a dire quali siano le strutture a concorso, il provvedimento indicava già anche i vincitori. Dopo un braccio di ferro con i medici della struttura, questi adivano alle vie legali per vedere riconosciuto il loro diritto alla trasparenza nella procedura concorsuale. Dopo la condanna, il manager a pochi giorni dalla fine del suo mandato (scade il 14 luglio), ripresenta la stessa deliberazione senza l’indicazione dei nomi. Ma la paura è che tutto sia una farsa, un gioco di prestigio, e tutti si chiedono e se i nomi fatti nella vecchia delibera sono nei fatti riconfermati. Insomma, l’ennesima tegola sul Cardarelli, che già ogni giorno vive una drammatica e atavica emergenza. Tra i reparti e i padiglioni della cittadella della salute si taglia con il coltello la rabbia e la frustrazione per una gestione, “che più che operare scelte giuste e trasparenti – sottolineano un gruppo di sanitari – ha operato scelte dubbie e tagli lineari che hanno peggiorato e non certo migliorato la vivibilità e la fruibilità dell’ospedale”. Da sempre, qui, si riversano le esigenze sanitarie di tutto il Mezzogiorno, e grandi professionalità si scontrano con carenze strutturali e grandi sprechi economici. Qui, spesso mancano siringhe e cerotti, ma si è riempito i viali di inutili fioriere di dubbio gusto. Per Antonio, 55 anni da qualche mese, da 30 in trincea del suo reparto, l’ultima gestione ultima è stata la peggiore di questi anni: “Noi tutti la ricorderemo per i tagli inutili fatti. Poco efficienti a frenare le emorragie di danaro e a dare risposte di qualità a chi sceglie di curarsi da noi”.