AREZZOSCOPERTA UNA DISCARICA DI RIFIUTI TOSSICI
IMPIEGATA PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA LA TECNICA DELLA SPETTROFOTOMETRIA DI FLUORESCENZA CON RAGGI X PORTATILE
A seguito di un esposto risalente al 2013, presentato alla Procura della Repubblica di Arezzo da alcuni cittadini di Quarata (AR), il personale del Corpo forestale dello Stato e dell’ Arpat di Arezzo, ha individuato e sequestrato 10 siti dove erano stati sepolti rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Le indagini sono sono state effettuate in collaborazione con l’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma anche con l’ausilio di un geomagnetometro.
Gli accertamenti hanno portato a eseguire alcuni sondaggi con un escavatore, dai quali è emersa la presenza di notevoli quantità di rifiuti interrati a varie profondità, in alcuni casi fino a 10 metri, appartenenti a varie tipologie: rifiuti edilizi provenienti da demolizioni quali travi e colonne di prefabbricati in cemento armato, profilati metallici in lamiera, mattoni, mattonelle, porzioni di asfalto, lastre in cemento, tubi in piombo e in plastica, fili e cavi in ferro, forassiti per impianti elettrici, lana di vetro, filtri per olio da auto, barattoli di latta di olio per auto, pneumatici, camere d’aria, taniche in plastica, parti meccaniche di autoveicoli, bombole del gas, fusti in metallo, accumulatori di batteria d’auto; rifiuti urbani quali buste in plastica, stracci, bottiglie in plastica e in vetro, barattoli; rifiuti ospedalieri quali tubi plastici per flebo e trasfusioni, contenitori per medicinali, cappucci per aghi, bottiglie contenenti capsule medicinali, fusti contenenti fanghi e idrocarburi. In alcuni casi sono riemersi differenti tipologie di fanghi colorati (rossi, bianchi e azzurri), presumibilmente provenienti da processi di lavorazione dell’industria orafa.
Sono state effettuate anche altre attività scientifiche tramite l’utilizzo del Laboratorio Mobile per le Indagini Scientifiche del CFS in dotazione al Nucleo Investigativo Centrale di polizia Ambientale e Forestale (NICAF). Tali attività si sono focalizzate nella ricerca di agenti contaminanti sullo strato superficiale dei terreni indagati. A tal fine è stata impiegata per la prima volta in Italia in tale scenario la tecnica della spettrofotometria di fluorescenza a raggi X tramite strumentazione portatile. Nel corso delle operazioni è stata rilevata la presenza di numerosi agenti inquinanti pericolosi ascrivibili alla categoria dei metalli pesanti. Tutti gli Enti competenti si stanno adoperando al fine di individuare altri terreni dove vi siano rifiuti sepolti e per assumere le decisioni del caso.