Dopo volantini e moniti, Israele bombarda Beit Lahya a Gaza "Non sappiamo quando l'operazione terminerà, potrà richiedere lungo tempo" ha detto il primo ministro Netanyahu

76a28d452f7103cea193a4a5563212e7Dopo i ripetuti moniti alla popolazione di Beit Lahya, all’estremità nord della Striscia, affinché evacuasse le proprie abitazioni, Israele ha iniziato a dirigere un fuoco di artiglieria su quell’area, utilizzata secondo l’esercito come zona di lancio di razzi a lunga gittata. Nelle ore precedenti l’attacco, l’esercito israeliano ha lanciato nella zona di Beit Lahia dei volantini con l’avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. Questo il contenuto dei volantini: “chiunque trascuri le istruzioni dell’esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione”.

Fuoco anche sul Golan
Un razzo (o un colpo di mortaio) sparato dal territorio siriano e’ esploso stasera nelle alture del Golan, a breve distanza da un avamposto militare israeliano. Non si ha notizia di vittime. Ancora non e’ noto se l’episodio sia un attacco intenzionale a Israele, oppure se sia legato a combattimenti in corso in Siria fra l’esercito nazionale e forze ribelli islamici presenti nell’area. Ieri era stato aperto il fuoco da nord in direzione d’Israele – con tre razzi – anche dal territorio libanese.

Kerry a Netanyahu: Usa pronti aiutare tregua
Gli Usa sono pronti ad aiutare per raggiungere una tregua a Gaza: lo ha detto il segretario di Stato John Kerry nel corso di un colloquio telefonico con il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Abu Mazen chiede Palestina “sotto protezione Onu”
Il presidente palestinese Abu Mazen ha inviato una lettera all’inviato Onu per il Medio Oriente, indirizzata al segretario generale Ban Ki Moon, per chiedere che “lo Stato di Palestina sia messo sotto il sistema internazionale di protezione delle Nazioni Unite”. Lo ha reso noto la dirigente dell’Olp Hanan Ashrawi.

Mogherini, serve tregua immediata
“Il conflitto israelo-palestinese ha già devastato troppe generazioni. Serve una tregua immediata”, ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini alla vigilia della missione che la porterà in Medio Oriente. La titolare della Farnesina ha avuto colloqui telefonici con i colleghi europei.

ULTIM’ORA Le sirene d’allarme risuonano a Tel Aviv. Si sono sentite due forti esplosioni, che probabilmente riguardano due i razzi intercettati sull’area metropolitana di Tel Aviv. Allarmi si sono sentiti nel Nord di Israele, anche in altre città: a Naharya (al confine col Libano); a Haifa e a Hadera. La televisione di Hamas sostiene che il suo braccio armato ha sparato simultaneamente da Gaza razzi M 75 verso Tel Aviv e un razzo R 160 in direzione di Haifa. In Israele non si ha per ora notizia di vittime. A Naharya, al confine col Libano, le sirene sono entrate in funzione per un falso allarme.
Circa il 36 per cento dei razzi da Gaza verso Israele e’ stato lanciato dal nord della Striscia. Lo indicano fonti militari israeliane secondo cui il 30% dei razzi a lunga gittata e’ stato tirato dalla stessa area e in particolare il 10% dalla città di Beit Lahia. Proprio sul posto l’esercito stamattina ha sparso volantini per avvertire la gente di allontanarsi immediatamente in previsione di bombardamenti. Secondo quanto constatato dall’ANSA sul posto Beit Lahya ha ora un aspetto spettrale.

IL PUNTO ALLE 15

Tre località situate all’estremità Nord della Striscia – Beit Lahya, a-Atatra e Salatin – si sono trasformate stamane in ‘agglomerati fantasma’ dopo le minacce israeliane di iniziare presto bombardamenti a tappeto.  Fonti locali riferiscono che migliaia di abitanti (alcune stime arrivano fino a 20 mila) hanno abbandonato a precipizio  le loro abitazioni e si sono rifugiati in istituti scolastici dell’Unrwa (l’agenzia Onu per i profughi) nella speranza che essi non saranno colpiti da Israele. Queste persone, secondo quanto constatato dall’ANSA sul posto, sono arrivate senza alcun bagaglio. Molte non hanno potuto nemmeno consumare, la scorsa notte, il pasto rituale del Ramadan e di conseguenza sono ancora a digiuno. In tutti regna la apprensione per il fatto che al termine del conflitto resteranno senza tetto. Israele ha spiegato la necessità di evacuare quei rioni perché da là, si afferma, vengono sparati i razzi di Hamas a lunga gittata capaci di colpire non solo Tel Aviv e Gerusalemme ma anche – almeno in teoria – Haifa.

LE FOTO Israele pronta a bombardare, palestinesi scappano

“Non sappiamo quando l’operazione terminerà, potrà richiedere lungo tempo”. Lo ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu che – citato dai media ha aggiunto: “continueremo ad operare con forza in modo da riportare la quiete”.

Il bilancio aggiornato delle vittime palestinesi a Gaza in una settimana di combattimenti è salito ad ”almeno 165” morti di cui 33 bambini e adolescenti e 16 donne. Lo riferiscono i servizi medici locali. I feriti sono stimati in 1.085. Lo riferisce la agenzia al-Ray.

Portavoce, oltre 800 razzi su Israele, 160 al giorno
Oltre 800 razzi da Gaza su Israele in cinque giorni: piu’ di 160 al giorno. I dati sono stati riferiti dal portavoce militare israeliano secondo cui 635 di questi hanno colpito il sud, il centro e il nord del paese. Altri 147 – ha continuato – sono stati intercettati dal sistema di difesa anti missili Iron Dome.

Una prima breve operazione di terra è stata lanciata la scorsa notte contro un sito di lancio di missili di Hamas nel nord della striscia di Gaza. L’esercito israeliano dà notizia di quattro soldati leggermente feriti. Il blitz è stato effettuato da un commando d’elite della marina. Il braccio armato di Hamas ha confermato che un contingente israeliano ha tentato di sbarcare su una spiaggia e che c’è stato uno scontro a fuoco con combattenti palestinesi.Secondo la radio pubblica israeliana, il blitz è stato effettuato da un commando d’elite della marina. Il braccio armato di Hamas ha confermato che un contingente israeliano ha tentato di sbarcare su una spiaggia e che c’è stato uno scontro a fuoco con combattenti palestinesi. Si tratta della prima incursione terrestre dall’inizio dell’offensiva israeliana.

IL REPORTAGE A Gaza odissea dei feriti in fuga dall’inferno

La prima operazione di terra delle forze israeliane nella Striscia di Gaza è andata a buon fine: lo ha detto un portavoce dell’esercito israeliano, il tenente colonnello Peter Lerner. “Un’operazione delle forze speciali della Marina ha avuto luogo su una spiaggia di Gaza per distruggere un sito per il lancio di missili a lunga gittata. La missione è stata portata a termine”, ha spiegato il portavoce. “I membri di un commando sono stati attaccati e hanno risposto. Quattro soldati sono stati leggermente feriti”, ha aggiunto.

Un giovane palestinese di 14 anni è rimasto ucciso all’alba nella striscia di Gaza in un raid israeliano. Lo rendono noto i servizi di sicurezza locali. Il ragazzo, Ibrahim al-Najar, sarebbe morto a Jabalya, nel nord della striscia. Secondo la polizia di Gaza, 17 raid avrebbero colpito la regione tra le 4 e le 5 ora locale (le 3 e le 4 ora italiana). Al sesto giorno dei bombardamenti di Israele contro Hamas, il bilancio attuale è di 162 vittime.

Annullato concerto Neil Young a Tel Aviv
“Alla luce degli attacchi di razzi di questi giorni” gli organizzatori hanno annunciato di aver dovuto cancellare il concerto di Neil Young previsto giovedì prossimo a Tel Aviv nel parco Hayarkon. Non si sarebbero potute provvedere “adeguate misure di sicurezza” per la grande affluenza di gente prevista.

LA STRATEGIA Hamas vuole Palestina islamica fra il Giordano e il mare

LA CRISI
Il quinto giorno di guerra con Gaza e’ stato un sabato di sangue: mentre continuano a cadere i razzi su Israele, sia a Gerusalemme sia a Tel Aviv, solo oggi nella Striscia ci sono stati almeno 45 morti, compresi donne e bambini. Il bilancio complessivo é così salito a circa 150, con oltre 1000 feriti. Tra i posti colpiti dai raid israeliani ci sarebbe anche – secondo un’agenzia palestinese – un orfanotrofio (ma l’episodio è stato smentito dall’ambasciata israeliana a Roma) e un capannello di gente per strada. Mentre il raid più pesante è arrivato in serata, con un attacco che secondo i militari israeliani ha preso di mira la casa del capo della polizia di Hamas, ma secondo fonti mediche palestinesi ha centrato una palazzina e una moschea nel centro di Gaza City uccidendo almeno 16 persone. Sembra farsi intanto più concreto lo spettro di un possibile intervento di terra: come anticipato dalla tv Canale 10 e confermato da un portavoce militare, Israele ha indirizzato in queste ore un messaggio di avvertimento alla popolazione di diversi rioni a nord di Gaza intimando di abbandonare le case perché quelle aree si trasformeranno in zona di combattimento.

L’escalation – scandita anche dal lancio di tre razzi verso il nord d’Israele dal Libano – ha spinto la comunità internazionale ad uscire dal guscio: i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu hanno lanciato un “appello per la de-escalation della situazione” a Gaza, chiedendo “il ripristino della calma e una ripresa del cessate il fuoco del novembre 2012”. L’appello – minore rispetto ad una vera e propria ‘risoluzione’ che avrebbe visto l’opposizione Usa – esprime “profonda preoccupazione per la crisi in corso a Gaza e per i civili di entrambe le parti”. Chiede inoltre “il rispetto del diritto umanitario internazionale, comprese le norme sulla protezione dei civili” e ribadisce il sostegno ”per la ripresa di negoziati diretti tra israeliani e palestinesi”. I media israeliani gia’ stamattina avevano segnalato la presentazione ad Israele ed ad Hamas, da parte dell’Egitto e di uno stato arabo, probabilmente il Qatar, di una bozza di tregua. L’accordo si comporrebbe di due punti: uno sulla sicurezza e l’altro su aspetti socio-economici. La tv israeliana ha anche citato la possibilità di una tregua umanitaria di 12 ore. In serata il giornale Haaretz ha riportato una dichiarazione del portavoce di Hamas Sami Abu-Zuhri secondo cui la fazione islamica deve ancora ricevere ”una concreta offerta” su un cessate il fuoco. ”Se riceviamo – ha aggiunto – una proposta seria, la studieremo e risponderemo. Per ora le forze della resistenza continuano a combattere l’occupazione”.

L’attenzione al quadro internazionale e al lavorio intenso per favorire un calo della tensione tra le parti, non sposta di un millimetro, per ora, la realta’ dei fatti sul campo: l’aviazione israeliana ha colpito complessivamente nella Striscia 1236 volte e 686 sono stati i razzi lanciati da Gaza su Israele (incluso oggi Gerusalemme). Solo oggi, i razzi sono stati 65, diretti verso la parte sud e centrale del paese, a portata di rifugio, salvata solo dall’Iron Dome che li ha intercettati evitando vittime. Razzi lanciati contro Gerusalemme sono finiti ‘fuori bersaglio’ anche nella Cisgiordania palestinese – nella zona di Hebron e in quella di Betlemme secondo testimoni locali – ma senza conseguenze per le persone.

A Gaza la situazione e’ pesantissima con edifici pubblici, case, strutture devastate e il martellamento continuo degli aerei e il ronzio dei droni che non lasciano in pace neppure un istante la popolazione. La rappresentanza palestinese all’Onu ha detto che il 78% dei morti sono civili. La riapertura da parte dell’Egitto del valico di Rafah con Gaza ha consentito oggi di far passare aiuti medici alla popolazione. Ma Israele per tutta la giornata ha continuato a rafforzare la morsa intorno alla Striscia inviando nuove truppe corrazzate. Anche se sul terreno si segnalano solo scaramucce di frontiera: per ora.

Gran Bretagna, Stati Uniti Francia e Germania discuteranno una proposta di cessate il fuoco a Gaza – Lo ha annunciato il ministro degli Esteri britannico William Hague, secondo quanto riporta un tweet di al Arabiya. I colloqui si terranno domenica 13 luglio a Vienna a margine d’una riunione dei 5+1 (Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia, Usa) con Teheran sul nucleare iraniano. “Noi abbiamo bisogno – ha spiegato Hague – di un’azione internazionale urgente e concertata per ottenere un cessate il fuoco, come nel 2012”. “Ne parlerò con John Kerry, Laurent Fabious e Frank-Walter Steinmeier a Vienna”, ha aggiunto il capo della diplomazia britannica in un comunicato.

P. Chigi, grave escalation, Ue faccia sentire voce – Il governo italiano considera grave e preoccupante la sanguinosa escalation di violenza in corso tra Israele e Hamas. L’Unione Europa faccia sentire la propria voce, unita, per sostenere ogni tentativo di tregua e iniziativa di dialogo per fermare una spirale di odio senza ritorno. Lo afferma Palazzo Chigi. Dopo l’escalation di violenza in Medio Oriente, come presidenza di turno dell’Unione l’Italia è in contatto continuo con i leader europei e chiede che la drammatica situazione mediorientale sia messa al centro del vertice di mercoledì prossimo, convocato per definire gli assetti delle istituzioni europee.

L’approfondimento: i bambini pagano prezzo più alto escalation a Gaza
Sono i bambini a pagare il prezzo più alto a Gaza. Dei circa 130 morti, registrati in cinque giorni di raid, oltre una ventina sono minorenni, quasi un quarto del totale. E il numero dei bimbi uccisi continua ad aumentare. Tre bambine disabili hanno perso la vita oggi dopo che l’aviazione israeliana ha colpito in mattinata un orfanotrofio a Beit Lahya (a nord di Gaza), stando all’agenzia di stampa Quds Press. Una notizia smentita quest’ultima dal portavoce dell’ambasciata israeliana a Roma, Amit Zaruk. Qualche ora più tardi un’altra bambina è deceduta dopo che un razzo sparato da un drone israeliano ha colpito un capannello di persone nel rione Sheikh Radwan di Gaza. Di ora in ora crescel’urgenza di intervento umanitario, mentre continua lo sforzo dei partner di Oxfam al lavoro nella Striscia di Gaza per rispondere all’aumento crescente di violenza nella regione. L’associazione umanitaria ha riferito che sono almeno 100mila le persone senza acqua potabile, mentre l’Onu ha riportato che almeno 32 scuole sono state colpite da bombardamenti, dozzine di case sono state distrutte e più di 2000 danneggiate. Secondo la responsabile dell’ufficio Mediterraneo di Oxfam Italia, Umiliana Grifoni, le infrastrutture basilari che garantiscono acqua e servizi sanitari sono state distrutte o gravemente danneggiate dai bombardamenti israeliani. “Si sta lottando perché i servizi facciano fronte alle necessità, ma la mancanza di sicurezza sta rendendo difficile portare gli aiuti”. Un ospedale supportato da Oxfam, che ha finora assistito più di 50 feriti ha reso noto che nei prossimi giorni finirà il carburante indispensabile per compiere operazioni vitali in aiuto dei civili feriti. Il direttore medico dell’ospedale, Ahmed Manna, ha aggiunto che “circa il 40% dei feriti curati sono bambini e molte altre sono donne incinte”. La stessa fonte ha aggiunto che lo staff medico sta lavorando con turni di 24 ore per sopperire alle necessità, che è pericoloso tornare a casa e che c’è inoltre il rischio che “se il carburante non dovesse essere disponibile in pochi giorni, l’ospedale dovrà chiudere molti dei suoi servizi a 360mila persone a Gaza”.

Il film dei quattro giorni di guerra

L’operazione ‘Margine Protettivo’ lanciata da Israele contro la Strisca di Gaza è arrivata al quarto giorno. Ecco le principali tappe.

MARTEDÌ 8 LUGLIO: nella notte Israele effettua decine di raid aerei su Gaza in risposta al costante lancio di razzi da parte dei militanti di Hamas. Subito dopo richiama 40mila riservisti per una possibile offensiva di terra. E mentre Hamas avverte che “tutti gli israeliani sono obiettivi”, il presidente palestinese Abu Mazen chiede ad Israele di fermarsi “immediatamente”. La Lega Araba chiede una riunione urgente delle Nazioni Unite. Il segretario cenerale dell’Onu Ban Ki-moon condanna il lancio di razzi. –

MERCOLEDÌ 9 LUGLIO: Continuano i raid. Dalla Striscia vengono lanciati razzi anche su Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa. Dall’inizio delle operazioni sono più di 70 i palestinesi uccisi. Cinquanta razzi cadono in territorio israeliano, due arrivano nei pressi della centrale nucleare di Dimona, senza colpirla. Il sistema Iron Dome ne intercetta 16. Ban Ki-moon esorta il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla moderazione. Abu Mazen accusa Israele di “genocidio”.

GIOVEDI 10 LUGLIO: Al terzo giorno dall’inizio dell’operazione “Margine Protettivo” sale il bilancio dei raid e di conseguenza quello delle vittime: sono più di 90 i palestinesi uccisi dai raid israeliani, ben 860, mentre sono 500 i razzi sparati su Israele (senza vittime), di cui oltre 100 intercettati. In apertura della riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza, Ban Ki-moon chiede il cessate il fuoco. Ma Benjamin Netanyahu, fa sapere che questo “non è in agenda”, mentre il ministro della Difesa Moshe Yaalon promette: “Continueremo ad attaccare Hamas e altre organizzazioni terroristiche”. Intanto l’Egitto apre il valico di Rafah per ricevere i palestinesi feriti. –

VENERDI’ 11 LUGLIO: In 24 ore l’aviazione israeliana martella la Striscia con 210 raid. Sono 194 i razzi palestinesi lanciati da Gaza verso Israele: 43 di questi vengono intercettati dal sistema antimissilistico Iron Dome. L’ultimo bilancio, secondo fonti palestinesi, è di oltre 100 morti. I feriti sono più di 500. Hamas annuncia: “siamo pronti a combattere per mesi” e lancia un ‘avvertimento’ alle linee aeree straniere di sospendere i voli per Tel Aviv.

fonte ansa

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