VACANZE 2014: LA PAURA DI PERDERE IL LAVORO E’ LA PRINCIPALE CAUSA DI RINUNCIA ALLE FERIE ESTIVE Secondo uno studio condotto da HRD Training Group di Roberto Re, il 31% degli italiani vive le ferie come momento di stress
Milano, 2 luglio 2014 – In crescita per la prima volta dal 2010 il numero di italiani in vacanza. È ciò che emerge da un’indagine di Confersercenti-Swg secondo cui, infatti, il 6% in più dei nostri connazionali quest’estate si concederà un po’ di meritato riposo. Gli italiani che hanno pianificato un periodo di ferie sono infatti il 64%. Non è tutto rose e fiori però. Se è vero che aumenta il flusso di vacanzieri, al contempo diminuisce del 18% la spesa media per persona rispetto al 2013: per il 45% degli italiani che partiranno, la pausa sarà più breve rispetto allo scorso anno.
Ciò che balza all’occhio è, inoltre, il motivo di questa rinuncia, ovvero la paura di perdere il lavoro: si passa infatti dal 12% al 14% di italiani che temono di restare privi di un’occupazione, dati peraltro confermati dalla notizia che vede un aumento della disoccupazione, soprattutto femminile, del 12% nei mesi di maggio e giugno 2014, mai così alta dal 2004. Se un tempo questo periodo dell’anno veniva visto come una liberazione, una valvola di sfogo, e rappresentava oltre che il relax anche l’evasione, oggi pare che gli italiani vivano con ‘ansia da prestazione’ anche le ferie. Roberto Re, mental coach e fondatore di HRD Training Group società di formazione personale con oltre 20 anni di esperienza alle spalle e riconosciuta come una delle eccellenza italiane nel campo, commenta il dato: “La paura di perdere il lavoro è chiaramente frutto della precarietà del periodo di crisi che stiamo vivendo. Il condizionamento che ne deriva è oltre ogni aspettativa, senza contare che dopo un anno di lavoro intenso, sarebbe normale aspirare a ricaricare le batterie. Non riuscire infatti a ‘staccare la spina’ può essere controproducente: vacanza dovrebbe essere sinonimo di riposo della mente al fine di riprendere le proprie attività con un’energia maggiore. Al contrario si tende a pensare che distogliere l’attenzione dagli impegni lavorativi coincida con il perdere delle opportunità professionali, di cui inevitabilmente approfitterà qualcun altro, accrescendo così lo stress invece che ridurlo e potenzialmente diminuendo l’efficienza lavorativa al rientro”.
HRD Training Group ha pertanto svolto un’indagine per approfondire il dato: su un campione di 500 persone intervistate, di età compresa fra i 18 e i 59 anni emerge che le vacanze vengono viste dal 31% del campione intervistato come causa di stress e che quindi non valga nemmeno la pena pianificarle. Ma quali sono le principali cause di frustrazione in vacanza, tanto insopportabili da spingere molti italiani a rinunciare alla partenza? In generale, la decisione scaturisce dall’esigenza di dover calcolare al centesimo ogni minima spesa e di doversi così arrendere all’evidenza che, una volta pagato vitto, alloggio e spese di viaggio non rimane quasi nulla per concedersi anche solo piccoli ‘extra’. Il 60% dei rinunciatari, infatti, dichiara di voler evitare proprio lo stress generato dal non potersi concedere nessun ‘lusso extra’, come un pranzo o una cena fuori, dovendosi quindi organizzare con pranzo al sacco e cene casalinghe. C’è poi un 43% che mal tollera il doversi adattare alle spiagge libere, sempre più affollate e sporche, non potendosi permettere ombrellone e lettino. Un altro 29% del campione preferisce evitare le vacanze per non dover dire troppi ‘no’ ai figli, causando quindi un ulteriore delusione ai più piccoli. C’è poi uno sparuto ma significativo 9% che dichiara di voler evitare il confronto con i ricchi che in vacanza stazionano su barche o in ristoranti di lusso, generando un senso di inadeguatezza ancora più profondo.
“In questi casi la cura sembra essere peggiore della malattia – dichiara Roberto Re – Intanto perché mai ci si dovrebbe stressare per una vacanza? Se è stressante partire significa che è sbagliato l’approccio e il modo di pensare. Ciò che genera preoccupazione non è la vacanza in sé: è il modo di vivere la cosa e cioè non vivere quello che è bello ma preoccuparsi di ciò che potrebbe accadere. È chiaro che la questione oggi sia legata anche al discorso economico – prosegue Re– ma quello che spesso noto è che le persone, pur avendo le possibilità economiche per godersi la vacanza tradizionale, vivono come momento di agitazione anche il confronto con il vicino di casa o con il conoscente”. Concentrarsi sul presente e su quello che si ha, in definitiva, sembrano essere, almeno in parte, gli antidoti allo stress da vacanza. Concedersi momenti di relax, senza costantemente pensare al futuro, imparare a convivere con l’incertezza e non focalizzarsi solo sulle mancanze della propria vita è il primo passo per affrontare serenante un momento come questo.
HRD, nota anche per la particolare metodologia di insegnamento che permette di conciliare l’apprendimento al divertimento, è riconosciuta oggi come una delle società leader nello sviluppo delle risorse umane e nella formazione manageriale a livello europeo. A Roberto Re si rivolgono non solo manager e imprenditori, ma uomini e donne di tutte le età e delle più varie professioni. Ha lavorato, tra gli altri, con aziende quali IBM, Deutsche Bank, INA, Banca Mediolanum, Banca MPS, Cisco, Telecom Italia, NOKIA, Pirelli, Henkel, Tecnocasa, Tempocasa, nonché con personaggi dello spettacolo, atleti e allenatori di squadre di calcio. Re ha preparato mentalmente Jessica Rossi, oro olimpico e record mondiale nel tiro al volo alle Olimpiadi di Londra 2012, ed è membro della Federazione azzurra di beach volley femminile quale preparatore mentale delle due campionesse, Greta Cicolari e Marta Menegatti.