OPG Aversa, galeotto fu il letto di contenzione: storie maledette e colpe da accertare

 La colpa è  dei medici o dell’istituzione statale in quanto tale? Il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha rinviato a giudizio l’ex direttore sanitario dell’ Opg di Aversa Adolfo Ferraro e 17 tra medici psichiatri e medici di guardia, per i reati di maltrattamenti e sequestro di persona commessi ai danni di alcuni internati tra il 2006 e la fine del 2011.
Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere gli indagati avrebbero costretto i pazienti a letto per periodi molto lunghi e con modalità non consentite.

Questa la fredda notizia battuta dall’Ansa. Ma i fatti vanno sicuramente approfonditi e narrati correttamente ai lettori in modo che possano farsi la propria idea in merito.

COSE’ L’OPG

Gli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) sono una categoria di istituti che in Italia, a metà degli anni settanta, ha sostituito i vecchi manicomi criminali. Sono strutture giudiziarie dipendenti dall’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.

Al 30 giugno 2010 tali strutture contenevano un totale di 1.547 detenuti.

IL LETTO DI CONTENZIONE SI PUO’ UTILIZZARE O NO?

A tal proposito ci può giungere più che utile lo scritto  di Leonardo Grassi e Fabrizio Ramacciotti  “La contenzione dell’infermo di mente e del tossicodipendente“. Gli stessi ci dicono che in passato nei manicomi non c’era una norma esplicita che lo autorizzasse, ma la cosa appariva ovvia. Il legislatore si preoccupava solo che la contenzione avvenisse secondo certe regole.

Così, ad esempio, l’art. 60 del regolamento manicomiale del 1909 disponeva che “Nei manicomi devono essere aboliti o ridotti ai casi assolutamente eccezionali i mezzi di coercizione degli infermi e non possono essere usati se non con l’autorizzazione scritta del direttore o di un medico dell’istituto. Tale autorizzazione deve indicare la natura e la durata del mazzo di coercizione. L’autorizzazione indebita dell’uso di detti mezzi rende passibili coloro che ne sono responsabili di una pena pecuniaria da £. 12.000 a £. 40.000 senza pregiudizio delle maggiori pene comminate dal codice penale.”

Questa norma, insieme ad altre analoghe relative all’organizzazione dei manicomi, è stata abolita con la riforma psichiatrica del 1978, così che attualmente nel nostro ordinamento non c’è nessuna disposizione di legge che implicitamente o esplicitamente autorizzi (o neghi) l’uso di mezzi di contenzione.

Nonostante questo, si scrivono ancora protocolli che disciplinano l’uso della contenzione. L’A.E.P. (American Association of Psichiatry) norma con precisione la contenzione, stabilisce quali mezzi usare, quanto personale impiegare, quali provvedimenti adottare (monitoraggio di polso, pressione ecc.) ed Italia alcune a.u.s.s.l hanno adottato protocolli derivati da quello dell’A.E.P, dando per scontato che la contenzione meccanica possa essere effettuata a carico degli anziani e dei dementi nelle case di riposo, nelle R.S.A, nei reparti di geriatria, nei reparti di rianimazione, nei reparti di neurologia ecc.

Ma veniamo all’OPG di Aversa. Ma per l’ex direttore Sanitario Adolfo Ferraro non vi dovevano essere  dubbi in merito alla legittimità dell’utilizzo del detto mezzo coercitivo dato che aveva istituito un registro dove venivano appuntati i nomi degli internati, il periodo di contenzione, il tempo di inizio e quello della fine del trattamento.

Dunque quando a parere dei psichiatri dell’OPG normanno un internato era da contenere lo si legava al letto mani e piedi. Il paziente veniva costantemente vigilato di giorno e di notte veniva controllato almeno 2 volte da medico di guardia (che non necessariamente era un psichiatra). Il medico controllore firmava un registro ogni volta che effettuava una ispezione. Il registro era tenuto in consegna dagli agenti di custodia.

Qui il letto di contenzione è stato utilizzato sino a circa  l’anno 2010. Prima di allora il letto di contenzione veniva utilizzato per bloccare pazienti esagitati che con il loro comportamento potevano arrecare danno a se o a gli altri.

Il malato veniva posto nudo su un lettino, legato mani e piedi e coperto solo da un lenzuolo.

All’altezza del sedere vi era un buco con sotto un secchio che raccoglieva i bisogni corporali. Le feci e le urine venivano raccolte e buttate nel water da un’altro recluso addetto alle pulizie. Per magiare gli veniva liberata una sola mano.

Dal 2010 a seguito di noti fatti che andiamo a narrare il letto di contenzione è stato abolito e in sua vece si utilizzano i sedativi. Fatto sta che il letto di contenzione viene ancora tutt’ora utilizzato in caso di necessità nei TSO praticati presso gli ospedali civili.

In origine il direttore amministrativo dell’OPG e quello sanitario erano la stessa persona.

Poi con la riforma fatta dal Governo Prodi del 1° aprile 2008 le due figure sono state scisse. Il direttore amministrativo è un dipendente del Ministero della Giustizia mentre il direttore Sanitario è un dipendente del Ministero della Salute – come del resto tutto il personale sanitario.

 

L’INIZIO DELLE INCHIESTE AD AVERSA

Nell’anno 2008 l’OPG Aversano riceve la visita della CTP che non è il Consorzio Trasporti Pubblici degli autobus ma  “l’ European Committee for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (CPT)” cioè una autorità alle dipendenze dirette della Comunità Europea che ha appunto il compito da verificare inadempimenti nelle regole elementari dei diritti umani.

Pare che nell’effettuare l’ispezione gli addetti si siano concentrati su un paziente legato al letto e che abbiano fatto domande in merito. Poi con tranquillità avrebbero ringraziato e cordialmente salutato. Poi di seguito dopo molti mesi arriva la relazione al Governo Italiano dove si lamenta oltre che ad una seria infinita di inadempienze strutturali ed amministrative (i documenti sono reperibili in Inglese sul sito dell’autorità) anche dell’utilizzo de letto di contenzione.

Da li la relazione va in mano ai politici, che promuovono le più disparate iniziative. Successivamente interviene la Magistratura e da li iniziano ad arrivare gli avvisi di Garanzia sia ai medici Psichiatrici sia ai medici di guardia. Agli stessi sanitari viene contestato l’utilizzo smodato del letto di contenzione e di non aver liberato i pazienti quanto questi stavano meglio. Le indagini  porteranno agli odierni rinvii a giudizio.

Ma a peggiorare la situazione dell’OPG, il 5 gennaio 2011 si suicida per impiccagione nel bagno della sua cella Massimo Baciolemani di anni 32. Anche qui ci sarà un’inchiesta in quanto l’accusa sostiene che il ragazzo in evidente stato emotivo non sia stato curato da personale psichiatrico. Gli accusati si difendono affermando che il Baciolemani non mostrava evidenti segni di volersi suicidare  ma solo insofferenza e che in ogni caso il personale psichiatrico mancava per le ferie natalizie.

Oggi la presenza del personale specialistico è molto piu’ incisiva ed è assicurata dalle ore 8 alle 20 dei feriali e il sabato fino alle 14. Nelle restanti ore c’è il medico di guardia che non è necessariamente un psichiatra.

Ma la lista dei suicidi (e anche qualche omicidio) ad Aversa è abbastanza lunga. Ivi comprese le morti da “accertare” e alcune non ancora accertate.

Marazzi Maurizio 51 anni 17-gen-02 Da accertare Opg Aversa (CE)
D. G. 41 anni 3-ott-06 Suicidio Opg Aversa (CE)
M. M. 37 anni 6-nov-06 Suicidio Opg Aversa (CE)
Frigerio Gianluigi 50 anni 12-apr-07 Suicidio Opg Aversa (CE)
Romanelli Antonio 57 anni 30-nov-07 Suicidio Opg Aversa (CE)
P. Fabrizio 26 anni 4-gen-08 Suicidio Opg Aversa (CE)
Romano Vincenzo 35 anni 29-gen-08 Suicidio Opg Aversa (CE)
Mouaouia Said 36 anni 28-mar-08 Suicidio Opg Aversa (CE)
Morgia Massimo 37 anni 16-set-08 Da accertare Opg Aversa (CE)
Nappo Vincenzo 43 anni 9-giu-09 Suicidio Opg Aversa (CE)
Prandato Pierpaolo 45 anni 21-dic-09 Suicidio Opg Aversa (CE)
Crocetti Stefano 42 anni 4-ago-10 Da accertare Aversa Opg (Ce)
Baciolemani Massimo 32 anni 5-gen-11 Suicidio Aversa Opg (Ce)
Ioan Ilina 58 anni 12-apr-11 Suicidio Opg Aversa (Ce)
Pepe Salvatore 33 anni 5-mag-11 Suicidio Opg Aversa (Ce)
V.
  1. (italiano)
36 anni 3-lug-11 Da accertare Opg Aversa (Ce)
Di Vizio Pietro 54 anni 20-lug-12 Omicidio Opg Aversa (Ce)
Midilli Gilberto 40 anni 28-lug-13 Suicidio Aversa Opg (Ce)

Il 2010 è un anno di fuoco, tutti contro l’OPG in tanti ne chiedono la chiusura.

Intervengono le più disparate ispezioni tra cui quella famosa dell’attuale Sindaco di Roma Marino, presidente della Commissione Parlamentare che porterà all’esterno un video che mostra la sofferenza delle persone rinchiuse.

Scriverà la commissione parlamentare di inchiesta: Anche ad Aversa le condizioni non cambiano. “Durante il sopralluogo veniva ispezionato il padiglione che ospita le sezioni A – B – C – D, dislocate su due piani. Si notava che le celle/stanze, munite di 6 posti letto ed un servizio igienico, versavano tutte in pessime condizioni strutturali ed igienico-sanitarie, con: pavimenti danneggiati in vari punti; soffitti e pareti con intonaco scrostato ed estese macchie di umidita’; ovunque cumuli di sporcizia e residui alimentari; letti metallici con vernice scrostata e ruggine; sgradevoli esalazioni di urina; armadietti vetusti; effetti letterecci sporchi, strappati ed evidentemente insufficienti; finestre, anche in corrispondenza di letti, divelte o con vetri rotti: il tutto in condizioni tali da rendere disumana la permanenza di qualsiasi individuo”. In generale, anche in questa circostanza emerge il sovraffollamento degli ambienti; l’assenza di cure specifiche; l’inesistenza di qualsiasi attivita’; la sensazione di completo e disumano abbandono del quale gli stessi degenti si lamentavano. Degenti che, nella assoluta indifferenza, oltre ad indossare abiti vecchi e sudici, loro malgrado, si presentavano sporchi e maleodoranti. In conclusione la commissione evidenzia che “le carenze e le pessime condizioni strutturali ed igienico sanitarie, mriscontrate in entrambe le strutture, unitamente al sovraffollamento ed alla assenza, pressoche’ totale, di attivita’ di recupero e cure specifiche, oltre ad essere fortemente lesive della dignita’ personale, appaiono, in alcuni casi, rivestire rilevanza penale”.

Ci sarà anche una ispezione regionale dove l’attuale Parlamentare Europeo Caputo scriverà : ‘Abbiamo trovato una situazione critica, lesiva della dignita’ umana. Qui le persone internate vivono una vera e propria via crucis’: lo hanno dichiarato i consiglieri regionali Nicola Caputo, presidente della Commissione Trasparenza e Anna Petrone, vicepresidente 14 della Commissione Sanita’, a margine della loro visita nell’ospedale psichiatrico giudiziario Filippo Saporito di Aversa, cui ha preso parte anche il segretario dei Radicali Napoli Andrea Furgiuele. ‘Se permangono queste condizioni – dichiarano i consiglieri regionali – non escludiamo, come gia’ dichiarato dal Presidente della Commissione parlamentare Ignazio Marino, che l’Opg di Aversa possa essere chiuso. Abbiamo trovato una situazione da girone dantesco: stanze in pessime condizioni strutturali e igienico-sanitarie, con: pavimenti danneggiati in vari punti; soffitti e pareti con intonaco scrostato ed estese macchie di umidita’; ovunque cumuli di sporcizia e residui alimentari; letti metallici con vernice scrostata e ruggine; sgradevoli esalazioni di urina; e tanto altro ancora. Oltre all’ assenza, pressoche’ totale, di attivita’ di recupero manca nella struttura un servizio psichiatrico H 24’. ‘La cosa piu’ allarmante trattandosi di un ospedale psichiatrico – spiegano Caputo e Petrone – e’ che ogni paziente ha a disposizione, in media, una sola ora al mese di assistenza psichiatrica. Gia’ domani mattina i Consiglieri regionali – ci attiveremo per formulare una interrogazione al Presidente della Giunta per chiedere spiegazioni sulla non apertura di alcuni reparti nuovi che causerebbero il grave sovraffollamento. Una interrogazione per rappresentare una situazione sia dal punto di vista strutturale che assistenziale oltre che igienico-sanitario insostenibile e che necessita di interventi urgenti e non piu’ prorogabili di bonifica e riadattamento per ridare dignita’ a chi ha gia’ da tempo subito continue mortificazioni. All’Opg di Aversa, – spiegano Petrone e Caputo – ci troviamo di fronte ad una situazione molto complessa dove spesso malattia mentale ed esclusione sociale si sommano. In questo caso su 281 internati circa il 50% risultano dimissibili cioe’ possono essere affidati a strutture terriotoriali. Purtroppo cio’ non avviene e dunque rimangono in carcere per mancanza di forme adeguate per l’affidamento’. ‘Elaboreremo per settembre una proposta di legge che permetta alla Campania di adeguarsi ai requisiti strutturali ed organizzativi nazionali. C’e’ la necessita’ – continuano Caputo e Petrone – di interventi urgenti che garantiscano adeguate condizioni igienico-sanitarie di vivibilita’ per gli ospiti ed i lavoratori presenti’. ‘Per i degenti, e’ necessario avviare in tempi brevi una precisa valutazione che ne attesti il livello di pericolosita’ sociale, ne faccia scaturire una apposito piano di intervento di dimissioni protette da condividere con i familiari e/o con le istituzioni di competenza al fine di ridurre il fenomeno della sovrappopolazione incongrua’.

Dunque in 17 sono finiti alla sbarra a vario titolo. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere gli indagati avrebbero costretto i pazienti a letto per periodi molto lunghi e con modalità non consentite. Onestamente crediamo che le colpe siano da addebitare al sistema tutto e non ai singoli, le mancanze e le colpe sono solo dei medici o dell’istituzione in quanto tale? La parola alla Giustizia. La Rampa, sempre imparziale, vi terrà informati su ogni e qualsiasi novità.

Di Stefano Montone

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