VICEMINISTRO COSTA: «INAUGURAZIONI ANNO GIUDIZIARIO RITI RIPETITIVI E VETUSTI. SONO UTILI QUESTE CERIMONIE?»
«Non sarebbe ora d’interrogarsi sulla vetusta ritualità delle inaugurazioni dell’anno giudiziario? Non si tratta forse di momenti che andrebbero superati o, almeno, profondamente aggiornati? Parlo al plurale, perché dalla Cassazione alle Corti d’Appello sono numerosi questi annuali incontri nel corso dei quali si ripetono, stucchevolmente, cifre e commenti, non di rado (come quest’anno) con richiami più confacenti a sindacalisti che non a vertici di uffici giudiziari».
È quanto afferma il Viceministro della Giustizia Enrico Costa.
«Le relazioni – spiega Costa – sono diventate l’occasione in cui i vertici degli uffici giudiziari esprimono versatilmente alcuni cenni sull’universo, anche con confronti dialettici. I numeri, sempre riportati, sono comunque pubblici a tutti mediante la rete. Le riflessioni sulle criticità della giustizia (sempre con polemiche rivolte ad altri settori, quasi mai con onesta assunzione in prima persona delle responsabilità o corresponsabilità) si ripetono uguali, verrebbe voglia di dire tediosamente uguali».
«Anche talune contrapposizioni al potere legislativo ed esecutivo – aggiunge il Viceministro della Giustizia – sono divenute ripetitive, mentre i commenti giornalistici cercano d’individuare singole frasi di questo o quel magistrato che si prestino a polemiche, sovente più proprie di un ambito politico che non di natura tecnica».
Conclude Enrico Costa: «Come nel mondo universitario sono diventate prive di seguito le inaugurazioni degli anni accademici, così nel mondo giudiziario potremmo interrogarci sulla valida permanenza o meno di simili sfilate, specie di quelle periferiche».