DOMITIANA. GROSSA OPERAZIONE ANTIDROGA
Questa mattina, nelle province di Caserta, Napoli, Frosinone e Latina, i carabinieri
della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione a un decreto di fermo emesso da questa Procura nei confronti dei dieci soggetti indicati nel separato
elenco, ritenuti gravemente indiziati dei reati: a) di detenzione a fine di spaccio e
b) di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’indagine, coordinata da questo Ufficio e svolta dai carabinieri della Stazione di
Grazzanise, è stata avviata nel mese di novembre die! 2014, a seguito di controllo di
polizia operato nei confronti di un giovane tossicodipendente, e si è conclusa nel
mese di febbraio di quest’anno.
Essa si è giovata di un’intensa attività di intercettazioni telefoniche, oltre che di
servizi di osservazione, pedinamento e controllo.
Il giovane tossicodipendente controllato dai militari aveva loro riferito a verbale di
aver acquistato lo stupefacente, come del resto in altre occasioni, da uno spacciatore
di colore operante in Castelvolturno presso un edificio ubicato di fronte ai locali della
“Caritas”, attualmente in disuso e in stato di abbandono.
Ai militari tale edifìcio era già noto come punto di incontro di tossicodipendenti e
spacciatori. Pertanto, ne avevano fatto oggetto di specifica osservazione.
L’indagine, nel prosieguo, ha consentito, nel suo complesso, di accertare che:
– lo stupefacente veniva lavorato e tagliato in Castelvolturno, presso l’abitazione di
soggetti di origine africana;
– veniva quindi ceduto a italiani, provenienti soprattutto dalle province di Latina e
Prosinone: costoro si recavano in Castelvoltumo, presso il suddetto edificio —
divenuto, nel tempo, vero e proprio “supermarket della droga” e comunemente
indicato dagli indagati, nelle loro conversazioni telefoniche, come “/a Caritas” o
“/ ‘ufficio” —, proprio per acquistare lo stupefacente e, successivamente, smerciarlo
al dettaglio nelle zone di provenienza;
– lo stupefacente, in alternativa, veniva consegnato “a domicilio” a pusher di altre
aree, da parte di corrieri italiani, in buona parte donne, che occultavano la droga
nelle parti intime, al fine di eludere i controlli.
Nel corso dell’attività investigativa, dai commenti degli indagati al telefono, si
sono tratti elementi che hanno consentito di fare luce sul decesso del transessuale
brasiliano BARBOSA CRUZ Marcio Henrique, rinvenuto cadavere in
Castelvolturno la mattina del 3 febbraio 2015 (in un primo momento scambiato
per una donna, così indicato all’inizio anche dai media).
In particolare, dall’attività di intercettazione telefonica si è appreso che un soggetto di
nazionalità nigeriana (appartenente all’ambiente degli spacciatori “osservati” nel
corso dell’indagine), tale EZEANI Fidelis, durante un “festino” a base di sesso e
droga, aveva procurato, insieme con un complice, tale AJAYI Samuel, la morte, per
insufficienza respiratoria acuta (pare da soffocamento), del suddetto transessuale, del
quale i due compiici avevano poi abbandonato il corpo in strada, allorché era ancora
in vita.
Il trascinamento del corpo del transessuale, da parte dei due nigeriani, AJAYI Samuel
e EZEANI Fidelis, dall’interno dell’abitazione (al primo piano di un edifìcio sito
nella via Agnolo Poliziano, dove si era svolto il festino, fino al cortile sul retro
dell’abitazione stessa e, successivamente, fino alla via Poliziano dove il brasiliano era
stato, quindi, abbandonato, sono circostanze rilevate, in un momento successivo, sia
dalle telecamere di cui era dotato l’appartamento del piano terra del suddetto edificio,
sia dall’esame esterno del corpo effettuato dal medico di turno (esame che
evidenziava segni dovuti, appunto, al trascinamento), oltre che dagli strappi sui vestiti
della vittima.
L’accurato sopralluogo sulla scena del crimine condotto da personale della sezione
rilievi del Comando Provinciale di Caserta e le successive indagini, cui ha collaborato
anche personale della Compagnia di Mondragone, hanno consentito, infine, di
identificare i due principali soggetti coinvolti, appunto AJAYI Samuel e EZEANI
Fidelis.
Uno dei due, EZEANI, avendo intuito che le indagini già puntavano nella sua
direzione, ha tentato di abbandonare il territorio nazionale, ma è stato bloccato a
pochi chilometri dal porto di Bari.
Entrambi sono stati oggetto di provvedimento di fermo del p.m. per omicidio
volontario e altri reati, eseguito pochi qualche giorno fa e già convalidati dal GIP.
In merito al decesso sono ancora in corso accertamenti (tra i quali quelli medicolegali),
finalizzati ad accertare l’esatta causa della morte, le specifiche responsabilità
in merito all’omicidio, nonché ad individuare eventuali ulteriori soggetti coinvolti.
Altro particolare inquietante è dato dal fatto che, dalle intercettazioni telefoniche, è
emerso che uno degli indagati aveva contattato i propri parenti in Nigeria e aveva
chiesto loro di effettuare un rituale voodoo affinchè nessuno facesse il suo nome in
relazione all’omicidio.
Nel corso dell’attività, durata quattro mesi, erano già stati eseguiti dieci arresti in
flagranza di reato, tre provvedimenti di fermo del PM e due ordinanze di
custodia cautelare in carcere, nonché recuperati e sottoposti a sequestro
complessivi 123 gr. di eroina, 2 di cocaina e 3 gr. di hashish.
All’atto dell’esecuzione dei fermi per droga, uno dei fermati, LEE Thomas e una
extracomunitaria non colpita dal provvedimento di fermo sono stati trovati in
possesso di rilevanti quantitativi di eroina e arrestati in flagranza.
I provvedimenti pre-cautelari eseguiti in data odierna rientrano nel quadro delle
numerose attività svolte dai carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dirette al contrato delle varie forme
di degrado del territorio e, in particolare, al contrasto del traffico di sostanze
stupefacenti e psicotrope, fenomeni ormai radicati^ soprattutto ma non solo, in
Castelvolturno e zone limitrofe.