E' palermitana la mummia più bella del mondo…

La commovente storia di Rosalia , la bimba che dorme da 95 anni

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Di Grazia della Volpe

Riposa mummificata nelle catacombe dei Cappucini, nel quartiere Cuba di Palermo, il piccolo corpo di Rosalia Lombardo morta a soli due anni nel 1920, di broncopolmonite. Rosalia era figlia di Mario, ufficiale di fanteria e di Maria di Cara, la prematura scomparsa dell’unica figlia spinge Mario a cercare un sistema che eterni la sua piccola figura e gli consenta di contemplarla nelle sue fattezze. Viene dunque convocato il dott. Alfredo Salafria, esperto e studioso di tecniche di conservazione dei cadaveri. Salafria basò la sua ambizione di conservazione della materia organica su una iniezione di sostanze chimiche: una sola iniezione intravascolare (attraverso un’incisione nell’arteria femorale) di formalina, glicerina, sali di zinco, alcool e acido salicilico, a cui Salafia spesso aggiungeva un trattamento di paraffina disciolta in etere per mantenere un aspetto vivo e rotondeggiante del volto. E’ molto probabile che l’intervento sulla piccola sia stato eseguito entro le 24 ore dal decesso e nella stessa casa dei Lombardo in piazza San Francesco da Paola, poi, a seguito di un permesso speciale dell’allora sindaco di Palermo Giuseppe Lanza di Scalea, la salma  venne portata presso le Catacombe.  Una piccola cassa di legno chiusa da due vetri sovrapposti e sigillati dalla paraffina le cui fiancate, foderate, contengono una intercapedine di piombo, ha  custodito intatto il piccolo corpo fino agli anni duemila. Certo qualche piccola trasformazione c’è stata, il colore roseo che Salafria, grazie a delle iniezioni di paraffina, aveva donato alle guance si è un pò avvizzito, i capelli da castani sono divenuti biondi e gli occhi sembrano socchiusi. Negli anni duemila (2011) alcuni studiosi capeggiati dall’antropologo Dario Piombino Mascali per salvaguardare il corpo di Rosalia dall’aggressione di microrganismi e dalle variazioni di umidità hanno progettato una nuova bara hi-tech in vetro e acciaio satura di azoto per distruggere i microrganismi  che mantiene costante la temperatura a 20 gradi  con il 65 % di umidità. In seno a questo progetto di conservazione, la precedente cassa di legno è stata sottoposta a un delicato esame radiografico che ha portato alla luce la presenza nel corpo della piccola di tutti gli organi, il cervello e la corteccia cerebrale, i polmoni di cui uno più inspessito a causa della broncopolmonite che se la portò via, il cuore, il fegato , l’intestino e inoltre una bottiglia sotto la testa , una bottiglia vuota posta li chissà a cosa…… Solo Salafria, il più abile degli imbalsamatori, potrebbe rispondere.

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