Ernesto – l’agghiacciante racconto del padre. Il j’accuse dell’avvocato Pisani sulla rete di assistenza sanitaria, con interi reparti vuoti in alcune strutture e, in quelle sovraffollate, ammalati che muoiono in barella

«Avvocato, mentre vi parlo ho davanti agli occhi il volto di mio figlio». Fa gelare il sangue nelle vene il racconto di Vincenzo Biancolino, il padre del trentaquattrenne Ernesto morto ieri mattina alla rianimazione dell’ospedale San Giovanni Bosco dopo ore trascorse in barella all’addiaccio, sotto una finestra rotta ed esposto ad un vecchio condizionatore guasto che emetteva aria gelata.

Non usano mezzi termini gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, legali della famiglia, che hanno già disposto indagini peritali e richiesto l’autopsia sul corpo del giovane per stabilire le reali cause del decesso. «La tragedia di Ernesto – dice Angelo Pisani – è la chiara dimostrazione di una rete dell’assistenza sanitaria che, invece di somministrare cure, può trasformarsi in autentiche forme di tortura, con un trattamento disumano degli ammalati. La magistratura farà luce sui veri responsabili e in tal senso sono già partite tutte le indagini difensive – fa sapere Pisani – ma fin da subito va denunciato un sistema sanitario che nel suo complesso in Campania offre drammatiche prove di inefficienza assoluta e spaventosa inadeguatezza. E questo, nonostante l’impegno, che talora sfiora l’eroismo, di tanti medici e infermieri di trincea».
Per l’avvocato Pisani, infatti, «non è possibile che a Napoli esistano tre, quattro strutture ospedaliere sovraffollate fino al collasso, mentre ci sono immensi reparti di presìdi, come ad esempio il Secondo Policlinico, terribilmente “vuoti”, dove però il 118 non è autorizzato a trasportare gli ammalati».
Finisce così pesantemente sotto accusa la rete dei Pronto Soccorso, insieme alle linee guida delle disposizioni che regolano le destinazioni consentite alle ambulanze del 118. «Al di là di tutti quelli che saranno i rigorosi accertamenti, e della giustizia che dobbiamo assicurare alla famiglia di Ernesto, duramente colpita da una morte assurda – conclude Angelo Pisani – la tutela della salute pubblica in Campania non può più attendere. A fronte di sperperi come quelli dei doppi pagamenti alle Asl, o delle recenti inchieste sulla sanità campana che hanno interessato addirittura da Direzione Distrettuale Antimafia, ora pretendiamo un cambiamento immediato di regole sulla scelta dei posti letto, con una equa ripartizione dei casi, specialmente quelli più urgenti, nelle diverse strutture, colmando inutili, dispendiosi e mortali “vuoti”. Chi ha sbagliato, anche sotto questo profilo, pagherà per la morte di Ernesto».

 

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Redazione

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