ERRI DE LUCA E LUCA DIOTALLEVI interverranno al Convegno dei docenti IL FUTURO DELLA FEDE IN UN TEMPO DI CRISI

promosso dalla

Sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale

Viale Colli Aminei 2 – Napoli – Tel. 081 7410000 (int. 329)

MERDOLEDÌ 25 febbraio ore 9.30

IN ALLEGATO IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA

Stiamo attraversando un’epoca di crisi. I mass media la raccontano sotto i nostri occhi giorno per giorno, in tutti i suoi dettagli, in ogni suo aspetto: crisi economica, sociale, ecologica, politica, religiosa, ecclesiale, culturale, educativa. Ma la crisi va interpretata per poter “cantare i carmi del Signore in terra straniera”.

Anche una Facoltà Teologica, come quella di Napoli, si interroga sul senso di questa crisi ed ha chiesto a due esponenti di rilievo della cultura italiana di riflettere su alcuni aspetti che oggi maggiormente interessano i cambiamenti culturali in riferimento alla fede, alla religioni, e in particolare al cattolicesimo.

Il tempo della crisi che oggi viene avvertito è caratterizzato, per la maggior parte dei suoi significati e della sua interpretazione,  dalla sua origine economica, dal tradimento dei mercati e della finanza, mercanti che hanno svuotato il tempio, ma è proprio così? La verità che avanza sulle rovine di un falso progresso è proprio questa?

Non sfugge anche ad un’analisi veloce la contraddizione insita nei più recenti fatti di cronaca che riguarda la dichiarata libertà di pensiero, di opinione, di parola, di religione… e il tentativo anche da parte laico di soffocare la parola della libertà, spesso opponendo parole di accusa a “parole contrarie”! Anche le statistiche, il “numero”, potrebbero essere usate a scopi ideologici per di-mostare o ostentare “realtà” non esistenti o parzialmente vere. In questo caso i sociologi devono proporre una fotografia della realtà che mostri in modo onesto e scientificamente fondato la verità dei fatti.

È ovvio che la fede, e tanto meno la fede cristiana, non può essere oggetto di analisi sociologica. Tuttavia sociologicamente è ancora possibile analizzare almeno qualcosa di ciò che fa il cristianesimo, e soprattutto il cattolicesimo, anche-una religione e ben-più-che-solo-una-religione. Non sembra possibile ridurre a questo la fede cristiana, ma questo suo carattere anche-religioso o non-solo-religioso ne manifesti empiricamente alcuni tratti suscettibili di analisi sociologica. Del resto, sin dall’epoca classica della disciplina, il cristianesimo è stato oggetto della attenzione dei sociologi molto tempo prima di quando non lo sia divenuto per i sociologi della religione. E sono stati ancora una volta i sociologi tout court a rendersi conto molto prima e molto meglio dei sociologi della religione che la pur fondamentale dimensione religiosa del cristianesimo, ovvero la o le religioni di matrice cristiana, costituiva una variante unica nel panorama vastissimo delle religioni. Si pensi solo alla necessità che ebbero i sociologi di coniare il concetto sociologico di ‘chiesa’ ed alla difficoltà e allo scetticismo che provarono invece i sociologi della religione nell’utilizzarlo e che provano ancora. Tutto questo nel caso cattolicesimo si manifesta alla massima potenza. Sarà quindi utile riflettere sulla relazione tra società (o “mondo”), religione e cristianesimo in questo particolare momento di questa particolare crisi, che è globale, ma che proviamo a considerare da questa particolare provincia che è l’Europa continentale centro-occidentale ed innanzitutto questa sua contrada costituita dalla società italiana (…senza che restino in ombra i costi analitici elevati e inevitabili di tutte le semplificazioni appena menzionate).

Il caso cattolicesimo italiano è un caso crisi?

In questo modo il Convegno vuole riflettere a partire da “altri punti di vista”, piuttosto che pensare la realtà della religione o della chiesa cattolica con le stesse lenti ideologiche. È oggettivamente un’operazione coraggiosa, sulla scia di quanto il Papa latinoamerico sta insegnando a tutta la chiesa, ma anche alla società, alla politica, all’economia, alle banche… A Napoli Papa Francesco verrà il 21 marzo e la speranza è quella che le sue parole portino effettivamente una PRIVAVERA DI VERITÀ. Ad ascoltare i significati interpretativi del tempo dal punto di vista della profezia  potremmo sorprenderci per quanto provvisoria sia l’idea che diffusamente si fa della crisi.

La provocazione del convegno, che proposto ed allargato a personalità come allo scrittore Erri De Luca e al sociologo Luca Diotallevi dell’Università Roma Tre, sicuramente con una ricaduta vasta dei mezzi di  comunicazione,  potrebbe essere: la crisi spazio possibile di novità e di futuro anche per la fede. La profezia, intanto, è uno dei compiti che spetta al sapere teologico. E come ogni sguardo aperto all’utopia è ricerca di intercettazione di un futuro migliore fra i vari possibili. Non fuga intellettuale dalla responsabilità di costruire il futuro ma analisi scientifica e poetica del tempo per proiettare in avanti il meglio. Non sempre l’utopia può guardare al futuro positivamente ma può, proprio conoscendo la possibilità insita in una trasformazione di società che è aperta al suo progresso o regresso, indicare ragionevoli percorsi che possano permettere al bene di svilupparsi nel modo più libero. L’utopia che è forza della speranza riesce ad orientare e aiutare a superare la realtà presente vestendo di entusiasmo responsabile il luogo intellettuale e motivandolo a pensare positivo anche dinanzi al disastro più complesso.

Tale orientamento se si trasforma in azione credente costringe i fatti a mutare l’ordine esistente. L’utopia della fede nasce allora proprio quando l’esistente mostra un divario troppo marcato tra il socialmente vissuto e il desiderato possibile, impossibile da realizzarsi con la forza dell’azione politica quotidiana.

Prognosi, utopia, pianificazione parole necessarie per rilanciare speranza in tempi disperati.

Al Convegno interverranno i docenti della Facoltà Teologica: Gaetano Castello, Roberto Gallinaro, Carmine Matarazzo, Adolfo Russo, Ignazio Schinella

Introduce: Gaetano Di Palma, Decano della Facoltà Teologica di Napoli

Moderna le sessioni: Gennaro Matino

Redazione

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