Il Clan dei casalesi a nudo nel libro di Ardituro e del Porto “Lo Stato non ha vinto”

Libro Presentato

Le rivelazioni, le emozioni e gli aneddoti del magistrato che ha vissuto in prima linea la lotta alla camorra, in una narrazione stilistica ineccepibile del cronista di giudiziaria che ha seguito passo passo, articolo dopo articolo, la storia di un clan potente messo in ginocchio dall’azione dello Stato. Si può banalmente sintetizzare così “Lo Stato non ha vinto” il libro che mette nero su bianco, pagine di storie giudiziaria che hanno segnato Caserta e il suo hinterland, Napoli, la Campania, il Sud, il Centro e il settentrione d’ Italia fino a luoghi ben oltre i confini nazionali.

A scrivere e soprattutto descrivere gli anni bui di affari illeciti, corruttele, lotte di potere, omicidi e vendette, sangue e danaro, è Dario Del Porto che raccoglie le analisi e i racconti di chi aveva fatto del suo ufficio al Centro Direzionale di Napoli, quasi una casa. Asserragliato nel suo bunker professionale, il Pm dell’antimafia Antonello Ardituro, pur non apparendo spesso in prima persona, era la mente e il braccio di una lotta a tratti impari: quella tra lo Stato e il clan dei Casalesi. Le indagini condotte dal sostituto procuratore della Dda, hanno infatti evidenziato con il passare degli anni, quale fosse la capacità economica e al tempo stesso distruttiva, di una compagine malavitosa che era riuscita a creare un muro impenetrabile di connivenze e silenzio per proteggere i capi. Con la paura s’imponeva il malaffare, con il provento degli affari illeciti si armavano affiliati e si costruivano fortezze e bunker tecnologici per sfuggire al lavoro dei magistrati. C’è voluta tanta pazienza e tanto impegno, anche fisico, per assicurare alla Giustizia, i vertici di un clan spietato e imprenditorialmente organizzato. Mentre le retate miravano ai pesci più o meno piccoli, un certosino lavoro d’investigazione da far invidia a Csi, costruiva la gabbia dove far finire gli squali più grossi e pericolosi dell’organizzazione camorristica. Il clan è stato sconfitto con l’arresto dei suoi capi e storiche primule rosse Antonio Iovine e Michele Zagaria.

Sfogliando “Lo Stato non ha vinto” ci si immerge in un racconto in presa diretta di come questo è avvenuto e delle indagini condotte dal Pubblico Ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Antonello Ardituro. È lui che ha coordinato le ricerche che hanno portato alla cattura dei boss latitanti Mario Caterino, Giuseppe Setola e del capo Antonio Iovine, collaboratore di giustizia dal maggio 2014. Pagina dopo pagina si scopre come si è sgretolata la rete di comando della più potente famiglia di camorra, la trama complessa del suo sistema, i delitti, i protagonisti. Si scopre che i casalesi hanno perso ma che lo Stato non ha vinto. Perché è stato troppe volte complice, troppe volte connivente, altre volte distratto. I boss sono in carcere, ma il groviglio delle relazioni, dei rapporti, delle trame indicibili, è ancora lì, forte. Per sconfiggere la camorra che va oltre i casalesi e continua a fare affari, non basta arrestare boss e affiliati. E neppure portargli via i beni. Per anni i cronisti di giudiziaria, erano alla ricerca di dettagli o informazioni sulle inchieste: oggi c’è molto di più nel testo scritto da Dario Del Porto che come in una lunghissima intervista, raccoglie le confidenze di un operatore di Giustizia! Da esperto cronista, la prestigiosa firma del quotidiano “La Repubblica” riesce ad alternare tensione ed emozione, mescolando carte processuali a tradizioni malavitose degne delle trame dei film.

In uno stile scorrevole e diretto, Del Porto disegna la toga del pm Ardituro e colora poi i tratti dell’uomo che ha dedicato un’intera parte di vita, condividendo rinunce e sofferenze silenziose con alcuni colleghi impegnati in prima linea, alla ricerca di latitanti eccellenti, a ricostruire fatti di sangue e movimentazioni di danaro non sempre sospette. L’amarezza del titolo “Lo stato non ha vinto”, non è una dichiarazione di resa ma, forse, nelle intenzioni degli autori, uno sprone a non abbassare la guardia, a non lasciare un lavoro a metà. La camorra è come il batterio che continua a vivere anche dopo pesanti cure medicinali. Bisogna aggredirlo fino in fondo. Il libro di Del Porto e Ardituro dopo aver raccontato, emozionando, fatti e misfatti, traccia la mappa che può condurre alla vittoria definitiva. Lo Stato oggi non ha vinto, ma lo Stato può vincere. Se vuole davvero.

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Redazione

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