L'Aquila, Francesco Schiavone tenta il suicidio in carcere
Francesco Schiavone, alias “Cicciariello” cugino di Francesco “Sandokan” esponente della camorra, ha tentato più volte di togliersi la vita in carcere.
La notizia arriva dal carcere de L’Aquila dove Schiavone è detenuto in regime di 41/bis. La prima volta ha cercato di impiccarsi con una corda al collo ed una busta di plastica in testa mentre la seconda un taglio alle vene dei polsi. L’uomo salvato in extremis dal personale della Polizia Penitenziara.
Recentemente gli avvocati hanno presentato ricorso nei confronti della magistratura di Sorveglianza per le condizioni inumane di detenzione e per l’esiguità dello spazio a disposizione dello Schiavone. Il ricorso è stato accolto dal Tribunale di Sorveglianza ma il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha frenato tutto.
Schiavone ha spiegato i motivi di tale gesti in una lettera inviata al Garante.
“Mi hanno salvato – scrive Schiavone in una lettera indirizzata al Garante – ma era meglio se non lo facevano, nella disumanità che si vive in questa condizione la morte è una liberazione. (…) Qui un ergastolano vive come un animale legato da solo ad una catena e non può muoversi, comincia a mordersi da solo. Così mi sento io perché diritti mi sono stati tolti e mi sento come un cane da solo e comincio a mordermi per fare una galera più dignitosa. Umana. (…) Ho perso la fiducia di me stesso e penso che solo la morte mi può salvare da questa ingiustizia”