Napoli, l’area collinare preda della delinquenza
Dopo i gravi episodi delinquenziali di questi giorni, per ultimo il tentativo di rapina in pieno giorno ad una banca, a pochi passi da un plesso scolastico, generando panico tra passanti e commercianti, anche con l’esplosione di colpi di pistola, nell’area collinare del capoluogo partenopeo torna la rabbia e l’indignazione per la grave situazione dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini.
Al riguardo da tempo i residenti chiedono, fin qui inascoltati, un’intensificazione della prevenzione, con gli adeguati strumenti, in un’area, quella della municipalità collinare, che ospita circa 120mila napoletani, facile preda ogni giorno di delinquenti e malfattori, come testimoniano gli episodi quotidiani, rilanciati, solo in parte, dai mass media.
Purtroppo bisogna sottolineare che, nonostante il forte impegno delle forse dell’ordine, gli episodi delinquenziali non tendono a scemare, anzi negli ultimi tempi si assiste ad una crescita impressionante, a qualsivoglia ora del giorno. Eppure, nell’area interessata, sono presenti decine di telecamere del sistema di videosorveglianza, molte delle quali installate con i fondi per la sicurezza. Ma la domanda che serpeggia, da diverso tempo a questa parte, è sapere se queste telecamere, con relativa registrazione 24 ore su 24, sono regolarmente in funzione. In caso di risposta positiva, infatti, dovrebbe essere possibile risalire da esse all’individuazione dei responsabili di episodi criminosi che avvengono nelle zone dove sono istallate. In caso di risposta negativa, chi di dovere dovrebbe quantomeno spiegare alla cittadinanza a cosa sia servito spendere tanto danaro pubblico per dotare la Città di un sistema di videosorveglianza, equiparabile a poco più di un giocattolo, suscitando peraltro il sorriso sarcastico di criminali e delinquenti che possono continuare ad agire, indisturbati, a danno d’inermi cittadini.
Ed inoltre molti si chiedono che fine abbia fatto il “Comitato per la legalità, solidarietà e sicurezza”, istituito a seguito del protocollo d’intesa per la sicurezza urbana sottoscritto in data 5 agosto 2009 tra la Prefettura e il Comune di Napoli. Comitato, costituito da 14 persone, tra le quali i rappresentanti dei vigili urbani, della guardia di finanza, dei carabinieri e della polizia di Stato, il presidente della municipalità ed un funzionario della prefettura, che dovrebbe continuare, anche alla luce della legge 125 del 2008, in tema di sicurezza urbana, le attività connesse alla realizzazione degli obiettivi strategici del progetto per l’analisi delle esigenze del cittadino, al fine della prevenzione del crimine e del risanamento delle aree urbane a Napoli, come si legge negli intenti.
Domande che aspettano immediate risposte operative, prima che si aggiungano, alla già lunga lista, altre vittime indifese di una delinquenza sempre più scatenata, in un quartiere un tempo indicato tra i cosiddetti quartieri “bene” della Città ma che oggi, in balia di una criminalità sempre più spavalda e violenta, appare sempre più abbandonato a se stesso, in condizioni di continuo ed inarrestabile degrado, pure per gli aspetti legati alla sicurezza dei cittadini, al punto da indurre molti a valutare seriamente la possibilità di abbandonare definitivamente la collina vomerese in uno al capoluogo partenopeo.
Gennaro Capodanno