Pietradefusi, scoperto e denunciato dai Carabinieri responsabile di truffe on-line
Continua incessante l’attività dell’Arma per impedire la consumazione di truffe in genere. Dopo l’azione di contrasto eseguita nelle settimane scorse a seguito dell’iniziativa del Comando Provinciale Carabinieri di Avellino “DIFENDITI DALLE TRUFFE”, la Compagnia Carabinieri di Mirabella Eclano (AV) ha negli ultimi due mesi già proceduto a deferire all’Autorità Giudiziaria un finto postino autore di truffe ai danni di anziani, una promotrice di una nota ditta straniera di elettrodomestici con metodo di vendita a domicilio che stipulava falsi contratti d’acquisto nei confronti delle ignare vittime e ben dieci soggetti responsabili di truffe on-line.
E proprio per quest’ultima tipologia di reato, i Carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano (Av), a seguito di segnalazione da parte di un cittadino che aveva intuito di essere potenziale vittima di truffa in atto nei suoi confronti, iniziavano immediatamente un’altra attività investigativa riuscendo, in tempi brevi, ad individuare e deferite in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Benevento, un abile truffatore, già gravato da numerosi precedenti per analoghe fattispecie di reato.
In particolare, a seguito di accurate indagini eseguite dai Carabinieri della Stazione di Dentecane, è stato deferito in stato di libertà un 43enne della provincia di Lecce, censurato, per il reato di truffa aggravata e sostituzione di persona: lo stesso agendo sotto falso nome, dopo aver venduto ad un acquirente di Pietradefusi (Av) una costosa console di noto videogames tramite un noto sito dedicato alle vendite online e riscosso la somma pattuita per la vendita, di fatto non la inviava e si rendeva irreperibile.
Nel corso delle indagini espletate dai militari dell’Arma, sono emerse svariate truffe messe a segno dallo stesso malfattore e perpetrate sempre a mezzo internet, ai danni di altre persone residenti in diverse regioni d’Italia, ingannati dal prezzo oltremodo conveniente dell’oggetto desiderato.
La collaborazione della persona offesa è stata fondamentale per l’identificazione dei responsabili e l’attività d’informazione dell’Arma ha consentito di evitare che il soggetto portasse a compimento ulteriori truffe.