LA MAMMA DI CIRO ESPOSITO QUESTA SERA AD AVERSA SI CONFESSA ALLA RAMPA
Di Grazia della Volpe
AVERSA. In occasione della partita di beneficenza organizzata dall’UNICEF, che vede la partecipazione della nazionale attori e che si terrà domani 18 aprile presso lo stadio comunale Bisceglia di Aversa, la Rampa in esclusiva incontra la mamma di Ciro Esposito in un clima quasi familiare e intimo presso l’ hotel del Sole dove gli attori stasera alloggeranno. Con la pacatezza che la contraddistingue, la signora Leardi ha accettato che le fossero rivolte alcune domande.
L’unicef e la nobile causa dei bambini, lei porta la sua solidarietà e la sua esperienza a questa causa?
Certo, sempre e comunque, tutto quanto riguarda i bambini merita la piena e completa partecipazione di tutti. I bambini sono il futuro e vanno difesi, è una responsabilità di tutti indistintamente.
Sig.ra. Leardi la nostra è una strana terra, lei ha perso un figlio in circostanze assurde che alla base vedevano un gioco, quello del calcio, altre mamme a noi molto vicine perdono i loro figli dilaniati dalla malattia più atroce e senza colpevoli. Premesso che come dice Eduardo ” i morti sono tutti uguali” cosa pensa a riguardo?
Innanzi tutto mio figlio non è morto ma è stato strappato alla vita. In ognuno di quei ragazzi, in ognuno di quei bambini che lottano e soffrono io vedo Ciro e lo vedo vivere. Alle mamme che hanno perso i loro figli o che combattono per loro ,in parecchi casi senza alcuna speranza, io porto il mio pensiero la mia preghiera e spesso la mia presenza, recandomi spesso al Santobono Pausilypon. E’ uno strazio ma certe situazioni fanno uscire una forza d’animo che non si pensa di avere nonostante quei luoghi ti riducano ad un alieno.
Sig.ra Leardi lei è diventata un’icona, un riferimento e come sempre accade in questi casi ci sono delle critiche, delle posizioni non condivise.
(con piglio molto netto ndr) Non mi interessa nulla delle critiche e delle polemiche quello che faccio mi da forza per andare avanti perchè quando ti strappano un pezzo di te non si vive , si sopravvive e ti aggrappi a qualunque cosa. Io non mi fermerò, andrò da chiunque vorrà la mia presenza per condividere il proprio dolore. Stamane mi è successa una cosa particolare, una mia amica si è recata al funerale di un ragazzo morto in un incidente stradale, figlio di una sua amica e questa donna le ha chiesto “perchè Antonella non è venuta anche da me?”. Come vede, per un sorriso che regalo ne ricevo tre.
Sig.ra Leardi lei parlava di sopravvivere, come si fa?
Affidandosi a qualcuno più grande di noi e che ci guarda, l’unica strada è quella della fede, io trovo rifugio in Dio. Stamattina leggevo un passo della bibbia dove appunto si parlava di Dio come rifugio e io mi sono rivista e immedesimata in quelle parole. Non è vero che religione sia l’oppio dei popoli, è grazie alla fede che riesco a prendere coscienza della forza e a cogliere quei segni che mi consentono di stare qui stasera a parlare con lei e dovunque sono stata e ovunque mi vorranno.