Napoli. Lo Chef Carlo Spina dalla Cantinella al Mangiafoglia Ristorante Napoletano
Dopo i successi di tre anni alla Cantinella sul lungomare più bello del mondo, lo Chef Carlo Spina, classe 1974, sceglie il Ristorante Mangiafoglia del Patròn Stefano Civita nel cuore chic del quartiere Chiaja.
Le sfide non sono una novità per Carlo Spina. Nel 2006 ha aperto “Radici” il primo ristorante gourmet di città che ha portato una ventata d’aria nuova e aperto le porte all’alta cucina a Napoli, poi tre anni “lo sbarco” alla Cantinella con la modestia di sempre e tanta carica di far bene e farlo sapere. Ce l’ha fatta Carlo Spina:in entrambe le cucine ha ricevuto lusinghiere recensioni dalle maggiori guide di settore e dalla stampa specializzata.
Adesso lo Chef, classe 1974, è pronto per una nuova sfida: novità assoluta in una città dove le tendenze arrivano un attimo dopo, Mangiafoglia ha aperto nel 2014 con l’intento di celebrare la cultura propria del dna gastronomico partenopeo… “i magnafoglia” di settecentesca memoria, poi “magna maccheroni”. Questa è l’avvenura che parte con il Mangiafoglia: trionfo di verdure e ortaggi della grande tradizione napoletana, i grandi primi piatti, da sempre asso nella manica dello Chef, già dai tempi di Radici, prodotti d’eccellenza anche di altri paesi mediterranei e orientali, Presìdi Slow Food, oli extra vergine di assoluta qualità e altri unici prodotti dop e igp da agricoltura biologica, ancora, eccezionale pescato locale del giorno (il pesce azzurro è la passione di Spina), fantastici formaggi introvabili in città, e per finire in dolcezza, idessert con l’eco della grande tradizione pasticciera napoletana reinterpretata con stile e guizzi golosi; una vera esplosione di gusto, fantastiche suggestioni e rinnovata tradizione.
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A completare la sterzata gourmet del Mangiafoglia, grande e studiata attenzione alle tendenze green, vegan e gluten free. Una selezionata e curiosa carta dei vini nazionale con un occhio di riguardo al sud, ai vini biologici e naturali tra i più ricercati del momento, completa la linea del nuovo ristorante napoletano.
Spina, napoletano verace, il pallino dei fornelli lo rincorre da bambino quando “spentolava” dietro sua madre e giocava nell’orto di famiglia, ancora oggi coltivato da suo padre, dove ha imparato a riconoscere ed amare sapori e profumi della napoletanità. Studi all’alberghiero e poi via in giro per l’Italia e per il mondo: Torino, Parma, ancora Napoli e poi i Maestri Igles Corelli a Ferrara (mentore di noti stellati campani e non) e il grande Gennaro Esposito a Vico Equense. I libri di cucina sono la sua passione da sempre e non da oggi, l’aggiornamento in rete e in giro per incontri con colleghi lungo lo stivale, è continuo. Parole d’ordine: passione, creatività, leggerezza, essenzialità, estetica, sostanza, modernità e tradizione. Fil rouge la “sana e golosa intelligenza” per dirla con Paolo Marchi, alle porte di Expo 2015 e piedi ben saldi nelle “origini” per guardare consapevolmente al futuro della ristorazione d’autore partenopea.
Per Spina “la base per una buona cucina è sempre la materia prima d’eccellenza senza stravolgimenti o mistificazioni: sapori e profumi, anche quelli di una volta, vanno esaltati per essere riconoscibili e restare impressi nella memoria di chi assaggerà i suoi piatti al Mangiafoglia nel cuore pulsante di Chiaja, pronta a tornare agli splendori di qualche anno fa”. Lui, sguardo dritto nel futuro, è pronto a “correre un altro rischio”…