Napoli. “Totò Memories – L’unica inchiesta su un Museo che non c’è” al Teatro Bellini

Martedì 5 maggio alle ore 19 a Sottopalco, caffè letterario sito nel foyer del Teatro Bellini di Napoli, si terrà la presentazione della nuova produzione dal basso della Marotta&Cafiero editori intitolata Totò Memories, una pubblicazione composta un libro+ film-documentario in dvd (con 6 contenuti extra) dedicati al Principe della risata, a cura di Carlo Maria Alfarano, Daniela Giordano e Annalisa d’Inverno.

All’incontro, oltre agli autori sarà presente:
Rosario Esposito La Rossa – Marotta&Cafiero editori
Modera: Giuliana Covella – Giornalista

Ingresso Libero
Totò Memories tenta di spiegare perché negli anni sono rimasti incompiuti i progetti finalizzati al ricordo di uno dei personaggi più illustri della comicità italiana: non c’è la casa natale, non ci sono le statue, ma soprattutto non c’è il Museo. Sono molte le ragioni e le testimonianze raccolte dai diretti protagonisti di questa triste storia. La pubblicazione non tratta solo questo: il Rione Sanità ha sviluppato negli anni vere e proprie “eccellenze” partite dal basso, come la Rete del Rione Sanità, sulla spinta di padre Alex Zanotelli, e la Fondazione di Comunità San Gennaro, voluta da don Antonio Loffredo. Per cui, un doveroso approfondimento è stato dato al contesto sociale e storico-culturale del quartiere natale di Totò nel libro+dvd curato dagli autori.
SINOSSI
Totò Memories – Il Museo del Principe atteso da vent’anni è una inchiesta sull’assenza di un ricordo tangibile dedicato a Totò nella città di Napoli.
Sebbene parliamo di uno dei massimi rappresentanti della comicità napoletana, quel genere di icona che rivive nei gesti e nelle battute del popolo napoletano, – che esprime la propria devozione con gigantografie e locandine affisse in ogni angolo della città – non esiste a Napoli un luogo fisico che lo commemori.
La casa in cui si suppone sia nato, nel cuore del Rione Sanità, è stata svenduta all’asta per poche migliaia di euro, per giunta disertata dalle istituzioni.
Sempre per iniziativa privata, sono state realizzate due statue che lo raffigurano e per cui ci sono voluti anni per stabilire il luogo in cui posizionarle. Altri due progetti artistici, che avrebbero dovuto finanziare le istituzioni per posizionarle sempre nel quartiere natale, sono stati invece revocati senza giusta causa.
Emblema di tanto oblio, la mancata realizzazione di un museo che celebri i ricordi di una vita, l’attività artistica e i cimeli, a dispetto dell’annuncio di prossima apertura da oltre vent’anni. Sono stati eseguiti lavori di restauro e ristrutturazione per rendere agibili i locali di Palazzo dello Spagnolo – uno dei palazzi più belli del quartiere Sanità con la tipica scala ad “ali di falco” dell’Architetto Sanfelice – e svariate inaugurazioni che però non hanno portato a una effettiva apertura del museo. Una beffa per il popolo napoletano e i turisti, ansiosi di vederlo, ma ignari delle effettive motivazioni che ostacolano un’imminente apertura al pubblico. Ignari della necessità di un ascensore per raggiungere i locali al terzo e quarto piano. Ignari dei problemi di staticità di un palazzo storico e ignari, infine, dei danni frattanto procurati al palazzo adiacente. Milioni di euro spesi che però dovranno essere compensati da altri fondi, necessari a ripristinare la struttura in questi ultimi anni abbandonata e tornata inagibile.
Infine, l’offerta di 30 mila euro da parte del Fai – Fondo Ambiente Italiano – che nell’edizione 2012 del censimento “I Luoghi del Cuore” è riuscito a raccogliere oltre 40 mila firme spontanee di cittadini, in tutta Italia, affinché avvenisse la tanto sospirata apertura. Fondi per ora congelati perché non è chiara e trasparente la futura gestione dell’attività museale, tra istituzioni e Associazione De Curtis.
L’inchiesta tenta di ricostruire tutte queste vicende, cercando di fare chiarezza con le testimonianze delle persone coinvolte. Appellarsi al nome “Totò” a ogni iniziativa, si è rivelato sempre un marchio di successo nel richiamare attenzione e risorse economiche, ma di fatto è coinciso più alla speculazione di quell’immagine che a una sua effettiva rappresentazione.

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Redazione

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