Arzano. Triade commissariale, i dubbi di Rubio sulla scelta del Prefetto Cimmino

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Prefetto Umberto Cimmino

Sono appena passate 24 ore dalla pubblicazione del decreto che ha designato il Prefetto Umberto Cimmino, il viceprefetto Savina Macchiarella e Cinzia Picucci, funzionario economico finanziario alla guida del Comune: che già vengono sollevati i primi dubbi.


Ad indirizzare il proprio messaggio al Ministro Alfano e al Prefetto di Napoli Gerarda Maria Pantalone, l’ex consigliere anticamorra Domenico Rubio. Rubio, destinatario di diverse minacce negli anni scorsi tanto da farlo  finire sotto tutela, è stato uno dei piu’ strenui denuncianti dei voti sporchi della camorra che sostennero l’ex amministrazione sciolta.

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Domenico Rubio

Non ce ne vogliano il Prefetto di Napoli né il Ministro degli Interni ma restiamo non poco perplessi sulla scelta della nuova triade commissariale, e più in particolare su quella del prefetto Umberto Cimmino, chiamato a guidarla. Premettiamo che la persona in questione è da tutti stimata ed ha un curriculum che ne certifica lunga esperienza, professionalità, serietà e rigore istituzionale. Detto questo, però, troviamo alquanto “impropria”, atipica ed unica, la scelta di un Commissario prefettizio proveniente da un comune vicinoro, ossia dal comune attiguo a quello che si è chiamati a guidare e gestire dopo lo scioglimento per infiltrazioni della camorra. Credo, e lo dico nel massimo rispetto di singoli e delle istituzioni che gli stessi rappresentano che, a mio umile avviso, andava certamente evitato di “calare” in una realtà come quella di Arzano, un prefetto proveniente dalla stessa area territoriale, a nord di Napoli, che vive ad appena un chilometro di distanza“, rimarca Rubio.

E’ un pò come mandare a Casal di Principe un commissario di San Cipriano o Casapesennna. Era forse più opportuno nominare qualcuno completamente distaccato dal territorio, per evitare sin da subito dubbi su ogni eventuale rischio da pressioni, in un ambiente dalla patologica promiscuità politica-istituzionale e finalizzata a salvare, come già avvenuto in passato, compreso il nefasto precedente periodo di gestione della Commissione Straordinaria (ottima la prima gestione del dott. Ubaldi,  da dimenticare quella di Fausto Gianni). Insomma, sarebbe stato opportuno, come avviene ad esempio nella gestione delle forze dell’ordine,operare una scelta di totale distacco dal territorio in questione. Arzano, per quello che è gravemente emerso dal dossier antimafia della Commissione d’Accesso (cause radicate da prima del 2010) e per la conseguente drastica decisione del suo scioglimento (il secondo in meno di dieci anni!), ha infatti bisogno di una “bonifica” istituzionale che agisca fino in fondo, senza se e ma,  e senza sconti per nessuno. Inevitabilmente, ci si pone subito una prima lecita e doverosa domanda, che giriamo al prefetto di Napoli e al Ministro degli Interni (e per conoscenza a tutte le istituzioni preposte):  come si regolerà la nuova Commissione Straordinaria ad evitarsi le possibili pressioni di soggetti  e società  del territorio eventualmente chiamati in causa negli atti dello scioglimento del Comune di Arzano?“, conclude Rubio.

Redazione

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