Aversa. Arriva in Piazza Savignano la “Festa della Tammorra”

Arriva ad Aversa la X edizione della Festa della Tammorra. Grazie all’opera di un gruppo di giovani del rione venerdì 15 maggio con inizio alle ore 20.00 in Piazza Savignano si terrà per la prima volta una tappa della Festa della Tammorra. Il “villaggio” di Savignano posto nella parte sud della città, è uno di quei borghi che preesistevano alla fondazione di Aversa ed è rimasto fuori dalle mura fino al 1640. Questo isolamento ha fatto sì che si sviluppasse fortemente il senso di solidarietà e di appartenenza tra questi discendenti dei Sabini tanto che ancora oggi la domenica mattina, nella piazza all’ombra della chiesa di San Giovanni Battista si ritrovano i savignanesi trasferitisi nelle palazzine ed in altre parti del territorio cittadino. Qui è fortemente radicata la devozione alla Madonna dell’Arco e si conservano ancora le tradizioni popolari. Molto presente nella memoria collettiva tra le altre cose un famiglia di cantatori quella dell’ “‘o zi’ padrone”: Nicola, il capostipite, mitico cantatore di cilentane, Gigginiello, il figlio, cantatore di fronne, di cui si ricorda un’epica sfida vinta contro Menecone di Frattamaggiore, svoltasi in una cantina e durata una intera nottata. Tommasino ancora in attività.

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Le fronne, sono canti a distesa e se eseguite da più persone, rappresentano la sfida tra due o più cantatori, campioni della propria paranza, che si ci-mentano ad improvvisare su un antichissimo modello. Perde chi non riesce più ad improvvisare. Ma le fronne potevano avere anche altri utilizzi In passato i contadini le usavano per comunicare tra loro oppure per scambiarsi accuse o invettive Talvolta si ricorreva a questa tipologia per comunicare con i carcerati. Parenti e amici si portavano presso le finestre dei carcerati e intonavano un canto in codice per comunicare notizie o per trasmettere messaggi di amicizia, d’amore, di conforto. Saranno ospiti della serata la paranza di Peppe ‘o ‘mericano che suona la giuglianese, i Via del Popolo con la splendida voce di Mariella Menale ed infine la paranza del grande Marcello Colasurdo il vero depositario della tradizione.

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Redazione

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