Strage Napoli, ecco chi è Giulio Murolo: infermiere freddo e silenzioso con la passione delle armi

Giulio Murolo © ANSA

 Un infermiere appassionato di armi e di caccia. Freddo, silenzioso, introverso. E’ il profilo che emerge di Giulio Murolo, 45 anni, celibe, incensurato, autore della strage alla periferia di Napoli, con quattro morti e sei feriti. Ci sarebbero vecchi dissapori con il fratello e la cognata, legati forse ad un eredità, all’origine dei complessi rapporti familiari esplosi oggi in un raptus.

Titolare di una licenza di tiro, Murolo non soffre – secondo i primi elementi raccolti dagli investigatori – di disturbi psichici. In casa deteneva fucili da caccia ed altre armi, tutte regolarmente denunciate. Con il fratello, Luigi, 52 anni, e la cognata Concetta Uliano, 51, i rapporti erano pessimi. La coppia, che aveva due figli minorenni, viveva nella stessa palazzina a due piani. In comune con l’abitazione dell’infermiere c’era un ballatoio. E proprio un filo per i panni steso sul ballatoio sarebbe stata la miccia che ha fatto scattare la strage. La personalità dell’infermiere, che lavora nel reparto di chirurgia toracica, dell’ ospedale “Cardarelli” è ancora da decifrare. “Mai ricevute segnalazioni negative sul suo conto -ha detto il direttore sanitario dell’ospedale Franco Paradiso – non lo conoscevo bene”. “Si è chiuso nel silenzio –

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ha raccontato in una conferenza stampa il questore di Napoli Guido Marino, affiancato dal Comandante provinciale dei carabinieri Antonio de Vita – durante le telefonate con l’operatore del 113 è apparso naturalmente in stato di eccitazione, ma non di alterazione psichica”. Almeno 16 i colpi di fucile esplosi da Murolo, tanti i bossoli ritrovati dalla Polizia, ma la ricostruzione della Scientifica, definita “molto complessa” è ancora in corso. I colleghi di lavoro lo definiscono come persona silenziosa e introversa, ma nessuno ha mai ravvisato in lui segni di squilibrio. Freddo, semmai, così come si è manifestato agli uomini in divisa ai quali si è arreso, senza opporre resistenza e senza dire una parola dopo i 40 minuti trascorsi al telefono con un operatore del 113 che lo ha indotto ad arrendersi.

Redazione

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