Beni Culturali. Interrogazione M5S al Senato su patrimoni a Casaluce ed Aversa
I Senatori “grillini” hanno presentato a Palazzo Madama, durante il Question Time, un’interrogazione al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sui due patrimoni culturali come il santuario di Santa Maria ad Nives e l’area della Maddalena siti rispettivamente a Casaluce ed Aversa.
A dare risposta al gruppo al Senato del M5S, il Sottosegretario di Stato per i beni e delle attività culturali e del turismo
BARRACCIU.
RISPOSTA:
Si pone all’attenzione di questa amministrazione alcuni aspetti riguardanti la tutela di beni culturali ricadenti nei comuni di Aversa e Casaluce, in provincia di Caserta.
Nell’interrogazione, rileva la Soprintendenza belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento, “vengono riportate alcune questioni che riprendono i contenuti di articoli di stampa locale che non trovano alcun riscontro negli atti d’ufficio di questo Ministero”.
I lavori al santuario di Santa Maria ad Nives, sito a Casaluce, sono stati realizzati nel rispetto di un progetto redatto dal tecnico incaricato dall’ente intestatario del bene, costituito da un ente ecclesiastico, e sulla base di un’autorizzazione rilasciata dall’allora Soprintendenza beni architettonici, paesaggistici, storci, artistici ed etnoantropologici di Caserta, con nota n. 5765 del 14 marzo 2005. Il progetto è stato redatto in virtù di un finanziamento disposto con decreto 27 novembre 2009 della Presidenza del Consiglio dei ministri ed assegnato all’ente santuario di Santa Maria ad Nives, che ha anche provveduto tanto alla scelta del contraente, quanto all’affidamento dei lavori, a cui si è proceduto con il ricorso a tecnici di fiducia dell’ente.
Non corrisponde a verità che l’appalto “come tantissimi altri” sia stato “gestito dalla Soprintendenza” come riportato nell’interrogazione. Inoltre, l’importo dei lavori scaturisce dal computo delle opere presentate dal progettista. Alle procedure di affidamento dei lavori la Soprintendenza non ha prestato alcun contributo, tenuto conto delle funzioni assegnate e svolte, invece, dall’ente beneficiario del finanziamento, nella sua qualità di stazione appaltante. La Soprintendenza ha svolto solo funzioni connesse all’attività di sorveglianza dei lavori in corso d’opera, allo scopo di accertare la corretta esecuzione delle opere realizzate e la loro conformità all’autorizzazione rilasciata, nel rispetto delle esigenze di tutela del complesso, che è di eccezionale interesse storico-architettonico.
Per l’intervento, dalla documentazione agli atti della Soprintendenza risulta che i lavori sono stati aggiudicati alla ditta R.C.R. di Aversa, munita delle previste qualificazioni per le categorie 002 e 0S2, necessarie per l’esecuzione di interventi di restauro. Per quanto concerne le attività svolte dal funzionario della Soprintendenza, è stato possibile verificare che l’architetto Giuseppina Torriero, dipendente dell’amministrazione sin dal 1980, è deputata a svolgere le attività di tutela per la città di Aversa e Casaluce dall’anno 2003, con ordine di servizio del 14 ottobre di quell’anno.
L’impiego delle risorse umane assegnate all’istituto, secondo quanto riportato dal soprintendente attualmente in carica, “è comunque condizionato all’assestamento del personale, dei trasferimenti, pensionamenti e passaggi di qualifica come è avvenuto per gli architetti della Soprintendenza di Caserta interessata dal passaggio di ruolo per alcuni di essi e dalla recente riorganizzazione dell’Amministrazione intervenuta con il D.P.C.M. 29 agosto 2014, n. 171. I motivi succitati, pertanto, hanno di fatto determinato quella rotazione (riassegnazione) sul territorio che la norma impone”. Ha anche assicurato che “all’esito della stabilizzazione delle risorse umane, si procederà ad un adeguamento degli incarichi nel rispetto di quanto segnalato”. La Soprintendenza sottolinea altresì che, “per il cospicuo patrimonio culturale della città di Aversa, come per altri del circondario, contrariamente a quanto riportato nell’interrogazione, sono stati emanati numerosi provvedimenti di tutela dagli uffici territoriali competenti, diffusamente riscontrabili in atti formali, ma anche rinvenibili nelle pubblicazioni, nei convegni, nelle mostre e negli eventi ed iniziative” ai quali questo Ministero, attraverso i propri uffici territoriali, ha partecipato.
Per quanto attiene ai lavori relativi al complesso della SS. Annunziata ad Aversa condotti dalla II università di Napoli, si precisa che gli stessi sono stati avviati previa autorizzazione della Soprintendenza, che è intervenuta sulla questione con numerosi provvedimenti emessi nel corso degli anni e sempre seguiti da azioni di controllo ed ispezioni effettuate dai vari funzionari incaricati.
Per quanto concerne lo stato di degrado, denunciato dagli interroganti, in cui versa il complesso della Maddalena, anch’esso sito nel territorio di Aversa e in consegna alla ASL locale, con particolare riferimento agli effetti registrati negli ultimi 5 anni, si segnala quanto segue.
Sin dal 2010 venivano segnalati alla competente Soprintendenza lo stato di avanzato degrado in cui si trovava il complesso e la preoccupante perdita di componenti significative del medesimo. Più volte la Soprintendenza ha eseguito verifiche e sopralluoghi esperiti dai propri funzionari dei settori architettonico e storico-artistico per studiare le migliori strategie di protezione del bene. Proprio in data 28 giugno 2012, personale di questo Ministero procedeva ad un ulteriore sopralluogo (i cui esiti sono stati riportati in apposito verbale), nel corso del quale si constatava che il complesso versava in condizioni di grave abbandono, i cui effetti si registravano soprattutto nella struttura del vano chiesa e nelle opere d’arte in essa contenute. A seguito del sopralluogo, si avviarono iniziative con i responsabili della ASL di Caserta (soggetto utilizzatore del complesso), finalizzati ad interdire l’ingresso nelle aree a rischio e così salvaguardare la pubblica e privata incolumità e scongiurare ulteriori danneggiamenti alle parti sopravvissute al degrado ed all’abbandono.
Purtroppo l’entità del bene e le sue attuali condizioni presuppongono ingenti disponibilità finanziarie, né risulta l’avvio di eventuali procedure finalizzate al trasferimento della proprietà del bene, procedure che andrebbero attivate nel rispetto delle vigenti norme e con il previsto coinvolgimento degli organi di questa amministrazione. Si segnala, infine, che per il complesso non risultano essere state avanzate dal Comune o dalla Regione proposte progettuali di restauro a valere su risorse finanziarie della Commissione europea, proposte che prevedrebbero, comunque, l’autorizzazione della competente Soprintendenza.
Sulla base di quanto su riportato e nella più ampia condivisione delle preoccupazioni espresse, si ritiene che il complesso della Maddalena richieda interventi immediati e risolutori, che presuppongono, però, ingenti investimenti, allo stato purtroppo non disponibili.