Santa Maria La Fossa (CE). Nell’azienda agricola di “Sandokan” è nata un’isola ecologica
Sullo sfondo l’ex discarica di “Ferrandelle”, che, fino a qualche anno fa, ospitava oltre 600mila tonnellate di rifiuti. In primo piano, un’isola ecologica, un centro di educazione e di documentazione ambientale e, nel prossimo, futuro, un impianto di biogas per trasformare i reflui degli allevamenti bufalini in energia pulita.
Il nuovo corso di Santa Maria La Fossa, nel casertano, parte da un’azienda agricola confiscata a Francesco “Sandokan” Schiavone, oggi in carcere, capo indiscusso del clan dei casalesi. Grazie ai fondi europei, messi a disposizione dal Ministero dell’Interno, il consorzio Agrorinasce, in appena 22 mesi, ha mantenuto la promessa.
Ieri sera (29 giugno), la cerimonia di fine lavori del Centro e dell’Isola, nell’ambito della due giorni “L’Agro che Rinasce”; le prime attività, soprattutto rivolte alle scuola, partiranno già dopo l’estate.
«I ragazzi potranno imparare l’esatto processo di recupero dei rifiuti differenziati e capire com’è possibile recuperare energia dalla raccolta differenziata, senza che si debba utilizzare per forza combustibile fossile» ha detto l’amministratore delegato di Agrorinasce, Giovanni Allucci, durante l’open day al centro. «Abbiamo creduto molto in questo progetto, poiché pensavamo fosse fondamentale su un territorio che ha una storia così», ha aggiunto.
L’area, che si estende su 14 ettari, dista solo poche centinaia di metri dalla discarica di San Tammaro, l’ultima attiva in provincia di Caserta e che va verso l’esaurimento completo della capienza. «Ci siamo sempre battuti a favore dell’ambiente e la realizzazione di quest’opera, frutto anche del lavoro dell’ex assessore Franco Cepparulo, ci gratifica enormemente», ha detto il sindaco di Santa Maria la Fossa, Antonio Papa. «Vogliamo che l’impianto diventi una risorsa per tutta la comunità e speriamo che possa creare anche posti di lavoro per i nostri giovani».
Il Centro sarà gestito da Agrorinasce, in collaborazione con il “Ciram” (Centro di ricerche interdipartimentale per l’ambiente dell’Università Federico II di Napoli), il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali della Seconda Università di Napoli, la Regione Campania, la Direzione Generale dello Studente del Ministero dell’Istruzione “Rete più scuola meno mafia” e con l’Ufficio scolastico regionale.
Nell’occasione, Agrorinasce ha dato via al cantiere per la costruzione di un impianto di biogas di 1 Megawatt. L’impianto, realizzato con un finanziamento privato di 9 milioni di euro, è, senza dubbio, uno dei più importanti investimenti su beni confiscati alla camorra in Italia. Ma “L’Agro che Rinasce” continua: stamattina (30 giugno), cittadini e istituzioni si trasferiranno nella vicina Casapesenna, per un altro doppio appuntamento: alle 11, in via Raffaello, IV traversa, 5, l’inaugurazione dell’ostello della gioventù, “Il Paguro”, e, alle 18, in via Cagliari, 11, la festa di chiusura dei lavori del “Centro di aggregazione giovanile per l’arte e la cultura”.