Casapesenna. Roberto Scarpa inaugura “Centro di aggregazione giovanile per l’arte e la cultura”

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L’AD di Agrorinasce Giovanni Allucci e l’attore Roberto Scarpa

«Se Massimo fosse ancora in vita, sarebbe il più accanito sostenitore di una rivoluzione che il nostro Paese, forse, ancora deve conoscere, quella dell’onesta. E sarebbe qui con me, questa sera». Lui è Renato Scarpa, attore di carattere, prediletto da registi del calibro di Paolo e Vittorio Taviani, Marco Bellocchio, Luigi Comencini, Nanni Moretti, Dario Argento e tanti altri.

«Massimo» è Massimo Troisi, amatissimo attore e regista scomparso 21 anni fa, con il quale ha condiviso un’amicizia e due pellicole che ha fatto la storia del cinema, “Ricomincio da tre” (di culto l’interpretazione di “Robertino”) e “Il Postino”. Ieri sera (30 giugno), Scarpa, mal celando una certa emozione, è stato a Casapesenna, nel casertano; era, suo malgrado, l’ospite d’onore della festa di chiusura dei lavori del “Centro di aggregazione giovanile per l’arte e la cultura“, bene confiscato a Luigi Venosa, affiliato al clan di Casal di Principe, organizzata da Agrorinasce.

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Nell’edificio, che si trova in via Cagliari, 11, tra gli altri, erano presenti l’amministratore delegato del consorzio Agrorinasce Giovanni Allucci, il sindaco della città Marcello De Rosa, Mons. Angelo Spinillo vescovo della diocesi di Aversa, Giuseppe Miele dell’associazione Terra Nuova e il sindaco di Grumo Nevano Pietro Chiacchio. All’interno del bene liberato è stata a llestita la mostra di Pasquale Battista , artista poliedrico che si esprime con le tecniche più varie.

Spinillo: «L’apertura di questo bene è un invito a camminare insieme, a seguire un percorso di maturazione umana. Si educano le persone quando le si educa a pensare, quando si indica loro la strada per disegnare il proprio cammino nella società. Il pensiero, il dialogo sono doni e come tali vanno incoraggiati».

De Rosa: «Sono sempre più orgoglioso di rappresentate questo territorio. Stiamo dando a questa terra un trampolino di lancio. Rendere un bene confiscato un luogo funzionale e aperto ai cittadini è il vero successo di questo progetto. Non parliamo solo di legalità, facciamo legalità, anche quando si spengono le telecamere e i riflettori. Dopo il fondamentale intervento dello Stato e delle forze dell’ordine, ora tocca noi. Tocca ai cittadini, alle istituzioni e alle associazioni lavorare per raggiungere un obiettivo comune: riportare questo territorio alla normalità».

Lo spazio ora ospita un caffè letterario, una sala scultura, una sala pittura e una sala di incontro, ed è stato assegnato in gestione all’associazione “Terra Nuova”, dedicata a Pasquale Miele e ad Antonio di Bona, vittime innocenti della camorra. «Sono stati due giorni esaltanti», ha commentato Allucci, al termine della cerimonia.

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Redazione

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