Riforma P.A., il Corpo Forestale non scompare: accorpato ai Carabinieri
“E’ nella necessità di creare una nuova e più efficace polizia agroambientale e forestale in grado di contrastare in modo sempre più incisivo le ecomafie e il crimine ambientale in tutte le sue forme che vanno ricercate le motivazioni più profonde di tale epocale riforma la quale costituisce la risposta più valida non solo alle esigenze di razionalizzazione, semplificazione e risparmio, evidenziate dal Governo nell’ambito di un ben più ampio intervento riformatore del Comparto Sicurezza e Difesa, ma anche a quella crescente domanda di sicurezza agroalimentare e di tutela ambientale che proviene dalla società attuale”. Così Cesare Patrone Capo del Corpo Forestale dello Stato.
“Le problematiche ambientali – sottolinea Patrone – che assumono ormai una costante veste transfrontaliera figlie anche dei processi di globalizzazione in atto, quali ad esempio il traffico illecito di rifiuti, la scomparsa di specie di flora e di fauna minacciate di estinzione dovuta essenzialmente al loro commercio illegale o alla distruzione dei loro habitat così come il riscaldamento globale del pianeta causato dalle emissioni di gas serra, le aggressioni al paesaggio, il traffico illecito e maltrattamento animale alimentano il comune bisogno sia a livello nazionale che internazionale della realizzazione di strutture e organizzazioni specializzate, sotto il profilo della sicurezza ambientale e della salvaguardia delle risorse naturali. Ritengo pertanto che la nascente struttura Corpo forestale dello Stato – Arma dei carabinieri altamente specializzata nella sicurezza agroambientale e forestale rappresenti il primo importante modello di una moderna forza di polizia ambientale europea, assolutamente innovativa anche sotto il profilo dell’efficienza dell’efficacia e dell’economicità”.
“Il modello di struttura, completamente nuovo, pone al centro la valorizzazione del grande bagaglio professionale e culturale degli appartenenti al Corpo forestale che da sempre privilegia una visione olistica della tutela ambientale e agroalimentare la quale – afferma l’ingegnere – si è rivelata vincente nel fronteggiare le più importanti emergenze ambientali del Paese. Esso troverà nella confluenza nell’Arma l’indiscussa forza organizzativa e il terreno fertile dove crescere e sviluppare tutte le proprie potenzialità. Si tratta ora di tradurre tale grande opportunità in una realtà funzionale che superi steccati burocratici e guardi innanzi tutto all’immenso valore dei beni tutelati”.
“Vorrei rassicurare tutte le realtà sociali e il variegato mondo ambientalista e animalista, partner storici del Corpo, nonché tutti i Forestali che il mio impegno principale sarà quello di fare in modo che i valori e l’identità professionale vengano conservati nella loro unitarietà all’interno della nuova struttura. Solo così – ribadisce Patrone – potremo costruire una nuova realtà che avrà ancora più forza nella gestione delle aree protette, nella tutela della biodiversità, nel monitoraggio ambientale, nella prevenzione e repressione dei reati ambientali, nell’educazione alla legalità ambientale e che continui ad osservare la cultura della prossimità in aperto dialogo con la società e il mondo del volontariato. Ringrazio – conclude il Capo del Corpo Forestale – il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro Madia, il Ministro Martina e il Parlamento tutto per l’impegno profuso, nell’ambito del processo di approvazione del disegno di legge sulla riforma della PA, nell’individuazione di un percorso strategico di riforma e rafforzamento del Corpo all’interno dell’Arma dei Carabinieri“.