#Napoli: determinante la manovra salvavita di un poliziotto su un bambino che non respirava più.
Un poliziotto in vacanza si stava rilassando in casa, scalzo e in pantaloncini e maglietta, quando ha sentito le urla di una donna in strada. Siè precipitato giù senza neanche mettersi le scarpe e ha trovato questa madre con il figlio di pochi anni che aveva perso conoscenza e non respirava più.
Giuseppe, questo il nome dell’agente, non ci ha pensato un attimo. Ha fermato una macchina, li ha caricati a bordo e ha detto al conducente di partire a razzo per l’ospedale.
Nel frattempo che la macchina procedeva spedita, lui ha cominciato le manovre di rianimazione e dopo poco, fortunatamente, il bambino ha ripreso con un pianto a respirare. Arrivati in ospedale, li ha fatti entrare e se ne è tornato a casa visto che era ancora scalzo.
I medici hanno pensato che forse la scarlattina era stata la causa ma che qualche accertamento in più era necessario e ci voleva un ospedale più attrezzato. I genitori, tornati a casa insieme al figlio dimesso dal nosocomio, sono andati da Giuseppe per ringraziarlo e proprio in quel momento si è verificato un altro episodio come il precedente.
Il bimbo non respirava di nuovo. Sono stati attimi di panico perché, oltretutto, la macchina dei genitori non partiva. Giuseppe ha fermato ancora una volta un’auto e insieme al padre del ragazzino è saltato a bordo, nuova manovra di rianimazione e corsa ancora una volta all’ospedale. Il bimbo ora sta facendo tutti gli accertamenti e i genitori non dimenticheranno mai la disponibilità, il coraggio e l’aiuto di Giuseppe. E così scrivono al dirigente del IV #RepartoMobile di Napoli dove il poliziotto presta servizio e gli raccontano tutto.
La lettera termina con un: “ Anche se avessi scritto centinaia di pagine non sarebbero bastate a ringraziare Giuseppe per quello che ha fatto”.
Come diceva il grande Gino Bartali “certe medaglie si appendono sull’anima, non alla giacca”…