Aversa, vittora giudiziaria per la Senesi Spa, la prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche, ha pronunciato il non doversi a procedere in relazione al provvedimento interdittivo‏

Aversa – Ennesima vittoria giudiziaria per la Senesi Spa, la prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche, ha pronunciato il non doversi a procedere in relazione al provvedimento interdittivo emanato dalla Prefettura di Fermo.

Ordinanza che mette la parola fine a un provvedimento che sin dalla prime battute era sembrato inconsistente per mancanza oggettiva di elementi anche lontanamente riconducibili ad eventuali contiguità con la malavita organizzata. Un provvedimento che segue di qualche mese quello emesso con decreto notificato nella mattinata  del 23 luglio, con la quale  il Tar, si era pronunciato a favore dell’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, del provvedimento interdittivo del 14/07/2015 con efficacia immediata. Nel sintetico excursus di ieri l’altro, accogliendo le tesi del pool di avvocati della Senesi S.p.A., rappresentata e difesa dagli avv. Alessandro Lucchetti e Elena Daniele, si legge  “che non pare possa condividersi la deduzione difensiva dell’Amministrazione resistente (Prefettura) secondo cui sussiste automatismo tra il reato, del Cpp a sua volta richiamato  e l’adozione dell’informativa antimafia, sottraendo così alla stessa Amministrazione ogni potere di valutazione discrezionale della situazione; che pare invece più convincente l’indirizzo interpretativo secondo cui i provvedimenti (di cui al citato art. 84 comma 4 lett. a) forniscano elementi indiziari da cui dedurre possibili tentativi di infiltrazione mafiosa, la cui sussistenza va quindi debitamente argomentata con riferimento a fatti a valutazioni obiettive; che, nel caso specifico, l’informativa oggetto di ricorso non pare adeguatamente motivata con riferimento all’attualità della situazione in relazione ai tempi di commissione dei fatti, alla richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona di dichiarare il non luogo a procedere. Per ragioni di economia processuale, il Collegio ritiene di non doversi fissare l’udienza di discussione nel merito. Una sentenza che da giustizia alla nota azienda marchigiana con a capo il  manager Rodolfo Briganti che, proprio per aver denunciato tentativi estorsivi e malaffare è stata oggetto di diversi attentati incendiari. Non  ultimo l’invio di proiettili presso la propria  abitazione a mezzo posta con la minaccia di lasciare il cantiere di Aversa. Anche per questo episodio l’azienda è il manager sono finiti sotto protezione.
Giu. Bia.
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Redazione

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