Macerata Campania. Usura con tassi del 15%, arrestate due persone
In data odierna, i CC della Stazione di Macerata Campania hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di CANTONE Mattia nato a Pomigliano D’Arco (NA) il 29.03.1965 e D’ONOFRIO Vincenzo nato Acerra (NA) il 05.08.1967, gravemente indiziati, in concorso fra di loro, di usura continuata aggravata e, il solo CANTONE, anche del reato di tentata estorsione.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata adottata dal Gip del Tribunale di S. M. C. Vetere, su richiesta della Procura della Repubblica. Le indagini, condotte dalla Stazione dei CC di Macerata Campania su delega di questa Procura, hanno preso l’avvio nel gennaio 2014, su denuncia della persona offesa e hanno consentito di far luce su un vasto giro di prestiti di carattere usurario gestito dagli indagati, anche con la complicità di altri soggetti in corso di identificazione, in danno di imprenditori ed operatori commerciali del casertano, con applicazione di tassi di interesse tra il 10% ed il 15% su base mensile.
Tali condotte venivano poste in essere almeno dall’anno 2011 in una progressione criminosa di richieste che vedevano aumentare vertiginosamente l’importo degli interessi usurari ad ogni nuova negoziazione del debito. La complessa ed articolata attività investigativa, svoltasi in una prima fase attraverso intercettazioni, perquisizioni e sequestri, si è avvalsa pure della collaborazione della vittima, apparsa immediatamente, nel corso delle conversazioni captate, in una situazione di estrema frustrazione psicologica e costretta, in alcuni casi, a cedere beni mobili in favore degli indagati per estinguere i debiti contratti.
Successivi accertamenti, eseguiti dal Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Caserta, Sezione Patrimoniale, su delega della Procura delle Repubblica di Santa Maria CV, diretti a verificare le disponibilità patrimoniali degli indagati, hanno consentito di rilevare in capo al Cantone, al D’Onofrio ed ai loro rispettivi nuclei familiari, una patrimonio (illecitamente accumulato), del tutto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati nel corso degli anni ed ai proventi delle attività lavorative svolte dagli indagati e dai loro prossimi congiunti: di qui la richiesta di sequestro dei beni formulata dalla Procura della Repubblica, integralmente condivisa dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria CV., che ha adottato il decreto di sequestro preventivo di beni immobili, beni mobili registrati e disponibilità finanziarie nella titolarità degli indagati e/o dei loro familiari, per valori equivalenti rispetto all’illecito profitto dell’attività usuraria. In particolare, è stato disposto il sequestro di n. 14 appartamenti, n. 5 terreni, nr. 14 locali ad uso commerciale, depositi e rimesse, ubicati in vari comuni della provincia di Napoli, per un valore complessivo stimato di oltre 5 milioni di euro nonché vetture di lusso e conti correnti nella disponibilità degli indagati e dei loro prossimi congiunti, i cui saldi attivi risultano in fase di accertamento.