“Pensi, pensi e ripensi…”, un articolo in ricordo di un’amica
Miriam, una bella biondina, “romana de Roma”, l’ho conosciuta, tramite internet, sul sito “Non toccate l’Art.18” da lei fondato insieme a tanti altri per cercare di evitare che il “progressista” Governo lo eliminasse, o lo peggiorasse. L’Art.18, è, o meglio, era, un articolo dello “Statuto dei Lavoratori” che mi ha ben tutelato quando lavoravo in una fogna di vigilanza, ed è stato naturale iscrivermi, anche se poi la nostra è stata una guerra persa, sconfitti proprio da quelli che molti colleghi chiamano ancora (ma mai io!) “partito dei lavoratori”. Ho condiviso delle idee con lei, anche se la distanza ci ha impedito un incontro reale, ma ci siamo intesi subito. Vive da sola, è separata, e non le ho mai fatto domande personali per rispetto alla sua privacy. L’impressione che ne ho avuto è che è una donna con tanti problemi da affrontare, non solo lavorativi, una donna tremendamente sola, senza punti d’appoggio. Non ha una vita facile, ha chiesto a me, come agli altri iscritti di una pagina “chiusa” su fb che ha fatta apposta per lo scopo, di aiutarla a trovare un appartamentino vicino Roma, perché dove vive non ce la fa ad andare avanti. Le vigilanze di Roma hanno avuto molti scombussolamenti, cambi di proprietà, di nome, e lei adesso è nell’Axitea, una multinazionale della sicurezza presente in molte parti d’Italia che sta progettando una drastica riduzione del personale. Del suo stipendio le rimangono 300-400 € al mese perché è piena di “spese”, e per pudore non le ho chiesto di che tipo. Un appartamentino da 300 € al mese le andrebbe bene, mi ha scritto in prossimità di un Natale, mi sono interessato ma i miei contatti romani mi hanno risposto che trovarne uno, a questo prezzo, a Roma è pura follia. Mi scuso con lei per non poter far di più neanche materialmente e lei “…Ma figurati caro Salvatore ….Il tuo interesse per me e’ gia’ moltissimo , e ti ringrazio di cuore. Non devi affatto scusarti ce’ chi neanche mi dice due righe figurati. io ti faccio i miei migliori auguri di buone feste e ti abbraccio un bacio Miriam”. Sensibile ai nostri problemi lavorativi ha scritto al Presidente della Repubblica una lettera molto bella che ha fatto il giro del web. “Non so se questa mia lettera arriverà mai al Presidente Napolitano e se arriverà mi scuso per la mia pessima grammatica, ma sono una guardia giurata con la terza media inferiore, ma che con dignità svolge il suo lavoro. Mi presento: sono Miriam Sermoneta e sono una Guardia Particolare Giurata. A Roma svolgo servizio da appena 5 anni, ma le posso garantire che sembra un’eternità. La mia vuole essere più che una lettera: vuole essere un grido a nome dei miei 5000 colleghi/e in tutta Italia (qua Miriam ha saltato uno 0, siamo in 50.000) perchè ci accomunano gli stessi disagi e le stesse problematiche. Perchè la nostra categoria è così dimenticata da tutti e da tutto? Sono anni che si cerca una dignità ma nessuno ci ascolta, sono anni che gridiamo le nostre condizioni di lavoro ma tutti sembrano avere i tappi nelle orecchie. Tutti scioperano, anche le pulci tra un po’ sciopereranno: il motivo? Troppi cani che muoiono e nessuno fa nulla per evitarlo e le pulci non sanno più dove succhiare il sangue..scommetto che loro almeno sarebbero ascoltate e aiutate! Cosa chiede una Guardia Giurata? Chiede un giusto salario per le responsabilità che ogni giorno affronta: portare un’arma non è come indossare il costume dell’uomo ragno nel film …Noi indossiamo un’arma come i poliziotti, i carabinieri e le altre forze dell’ordine a cui sono giustamente riconosciuti un giusto salario e dei turni un po’ umani! Noi siamo quelli che svolgono servizio fuori dalle Banche al freddo e sotto il sole, in silenzio, dove nessuno ci nota …Noi siamo quelli che sono nascosti dentro un cantiere, e mangiamo nelle nostre auto, con la pioggia, il caldo o il freddo …Noi siamo quelli che trasportano i vostri soldi rischiando la pelle ogni giorno …Noi siamo quelli che lavorano dalle 8hr alle 12hr 5 giorni su 5, non conosciamo Natale, Capodanno, Befana, Pasqua. Chi ha figli non li vede mai a causa dei turni massacranti, e se deve fare la spesa aspetta come un avvoltoio i benedetti buoni pasto da euro 4,40 – i più bassi al momento. Noi siamo quelli che in silenzio vi doniamo ogni giorno la nostra vita, e se un collega muore nessuno parla di noi, eppure gli hanno sparato, ha lasciato anche lui dei cari e nessuno gli fa un misero funerale di stato…ma anche noi abbiamo prestato giuramento allo stato! E allora cosa chiediamo signor Presidente? Semplicemente rispetto e una giusta e degna posizione lavorativa! Siamo persone, non siamo fantasmi. Molti miei colleghi si sono sparati in servizio: sa perchè? Perchè questo mestiere logora la mente: troppe ore in solitudine e in posti dimenticati da Dio, magari è un povero Cristo che ha problemi economici e non sa come sfamare o vestire i figli o è un divorziato che non sa come mantenere i figli e pagarsi l’affitto, o semplicemente una persona che come me vive da sola e non riesce a campare … perchè con questo stipendio non si campa! E allora questa solitudine, in questo cantiere ti fa pensare, ti logora e allora che fai? Boom. E la colpa di chi è? E’ sua? No, è vostra perchè non fate nulla per aiutarci. Se mai un giorno le capiterà di leggere questa mia lettera, caro Presidente, per favore non la cestini ma ci rifletta sopra e se le capita di incrociare una Guardia Particolare Giurata fuori di una Banca, la saluti e le offra un caffè, perchè lei di lì non può spostarsi. La guardi negli occhi e veda se è felice e magari finalmente capirà che anche noi siamo Uomini e Donne con una divisa degni di essere considerati. Un caro saluto Miriam Sermoneta, GPG” Non so se Napolitano abbia letto o meno questa lettera, probabilmente no. Magari qualche zelante funzionario del Quirinale ha provveduto a cestinarla affinché il Presidente non venisse disturbato da queste “sciocchezze”, chissà.. Una risposta, seppur formale, forse avrebbe cambiato il corso degli eventi, se non altro l’avrebbe fatta sentire meno sola. Ma, per quel poco che l’ho conosciuta non credo che si aspettasse una risposta. Non abbiamo una divisa ufficiale, contiamo meno di niente per Lor Signori. Gli ha scritto cose veritiere, giuste, ed io stesso ho avuto colleghi di lavoro che si sono suicidati, o conosciuto altri di altri istituti che presi da non so che cosa, (non lo voglio sapere!), si sono suicidati. Tanti altri colpiti da infarto, o divenuti “schizzati” per lo stress, per la cronica mancanza di sonno, di pace mentale. Miriam ha tanti amici intorno a lei, ma fondamentalmente è una donna sola, sola quando rientra a casa, nessun a cui dare e ricevere affetto, sola sul lavoro. Ed ha scritto anche per scaricarsi, come ho fatto io e continuo a fare ancora. Lei ha scritto solo sul nostro lavoro, ma è stato un continuo arrovellarsi sui mai risolti problemi della categoria e ciò che comportano per noi, e così facendo non ha staccato mai la spina. Ecco un altro suo sfogo dal quale ho tolto tutti i puntini sospensivi, errori grammaticali, i tanti punti interrogativi per farne un articolo a parte: “Non so se a qualcuno passa mai per la mente cosa rappresenta molte volte fare la notte per una guardia giurata o comunque lavorare in postazioni perennemente dimenticati dal mondo…Ti da’ modo e tempo di pensare, anche troppo, pensi, pensi e ripensi! E questi pensieri ti soffocano, ti schiacciano… e non hai tregua nel cervello, è come la tortura cinese, goccia dopo goccia il cervello te lo senti scoppiare. Quanta solitudine viviamo? Persone che come me, vivono una realtà fatta di problemi e non sai che fare, come risolverli. Lavori tante ore, molti colleghi saltano i riposi e molti altri fanno il doppio delle ore previste dal regolamento… Questo perché? Perché hanno (abbiamo) un affitto o un mutuo da pagare, dei figli da mandare a scuola, fare la spesa, vestirci, la macchina (che non ho), magari un divorzio e quindi un mantenimento che ti porta via tutto lo stipendio e non sai dove sbattere la testa. E tu qui in una postazione da solo/a a pensare come fare, che fare? Chiedi di essere ascoltato dall’azienda, di venirti incontro e loro se ne fottono, se ne fottono di te che stai lì dimenticato da Dio, tanto loro fatte le ore di ufficio stanno a casa, con i loro figli e i fine settimana a casa e anche le festività giustamente se le godono… Ma loro sono o non sono GUARDIE PARTICOLARI GIURATE come noi o svolgono lavoro d’ufficio? Allora perché portano un arma come noi? Perché prendono uno stipendio più alto del nostro? Perché avanzano di carriera e molti con più anni di esperienza non hanno neanche il grado d’appuntato? A Capodanno, come una cretina gli avevo chiesto un favore, perché stavo (stò) attraversando un periodo buio della mia vita. Gli avevo chiesto semplicemente di mettermi solo per una sera in una postazione dove avrei avuto compagnia, non perché ho paura di stare da sola e neanche perché dovevo brindare… Ma semplicemente perché avevo la necessità di non sentirmi da sola. Beh, meglio che non dicevo nulla, e’ andata di male in peggio. Se nella mia solita postazione bene o male ho la TV e il PC, dove gentilmente mi hanno mandata avevo 8 DATIX ogni ora e mezza, nessuna TV e neanche il PC e ovviamente neanche un cane per parlare… Devo dire che sono stati molto gentili e hanno capito la mia difficoltà ” EMOTIVA”! Noi si, siamo dimenticati e non ascoltati è vero, e mi chiedo sempre il perché e non trovo una risposta. Ma è cosi difficile rendere più umano questo mestiere ??? E’ cosi difficile far sentire una persona che lavora degna di essere considerata come tale, una persona che desidera lavorare con dignità e un pò di considerazione? Quanti di noi vivono da soli? Vai a casa, sei solo… vai in postazione, sei solo… smonti dalla notte, vai a casa, riposi, e quando ti svegli è ora di tornare in postazione e la tua cena non è a tavola come un normale cristiano… è su di una scrivania, una macchina, una panchina, un cantiere sporco… E tu lì, che pensi, pensi e ripensi… Ma che lavoro è questo? Perché questo mestiere mi deve schiacciare e farmi sentire un fantasma e non parte di un sistema? La guardia giurata vive di solitudine e non è una buona amica, non dà grandi consigli, delle volte qualcuno la ascolta e fa cose folli. Dovrebbero ascoltarci un pò di più, dovrebbero aprire un pochino di più la coscienza, basta poco. Non voltate la faccia, non tappatevi le orecchie e non chiedete gli occhi: lì davanti a voi c’è un uomo o una donna che lavora con sacrificio e stà semplicemente chiedendo di essere ascoltato e non dimenticato. Se ci riuscite non siete uomini deboli ma persone che dimostrano capacità, la capacità di saper ascoltare ed è un valore da non sottovalutare! Non siamo tutti uguali??? Miriam Sermoneta, GPG” E un giorno, Miriam, come tanti, troppi colleghi prima di lei, è crollata definitivamente ed ha ascoltato “le cose folli” che le dicevano la sua solitudine, non ha dato tregua al suo cervello, le ha ascoltate e si è uccisa sparandosi un colpo al cuore con la sua pistola. Ho saputo della sua morte dal sito, e non ci volevo credere. Mandai messaggi a tutti quelli che la conoscevano, e me lo confermarono. Si era uccisa dopo aver chattato con una amica, che preoccupata aveva allertato i carabinieri, inutilmente. E così si era uccisa! Imprecai ad alta voce, incazzato nero, la mandi al diavolo, lei che aveva descritto così bene i nostri problemi, lei che sapeva benissimo a cosa portava lo stress, a cosa ci passa per la mente quando pieni di problemi finanziari e non puliamo la pistola e la guardiamo con occhi diversi, pensando che forse abbiamo in mano la soluzione di tutto? Un colpo, un solo colpo e fine di tutti i problemi. Non doveva farlo, non doveva, lo sapeva e l’ha fatto! Ma d’altra parte che diritto ho io ad erigermi a suo giudice quando questi “pensieri folli” li ho avuti anche io? Aveva 40 anni. Hanno parlato di lei i giornali, televisione di Stato e tv locali, hanno sviscerato la sua solitudine, intervistato il fratello, opinioni di tutti i tipi e colori sul lavoro delle GpG, il web in fermento, sembrava dovesse accadere qualcosa. Ma che volete che accada in questo mestiere? Niente! Cinque giorni dopo, alle esequie erano presenti solo parenti, amici, qualche collega che si rimprovera di non averla capita, di non aver saputo leggere tra le righe ciò che forse già premeditava. Il suo Istituto non si è degnato di mandare un picchetto d’onore al funerale, ha brillato per la sua assenza, mentre in una chiesa non molto distante si tenevano altri funerali, quelli di un militare morto in missione all’estero. Erano presenti generali, onorevoli, politici di ogni tipo, bandiere, corone di fiori, picchetto d’onore. Di lei, Lor Signori non si sono ricordati, a nessun livello, come si addice a quelli che sono figli di una divisa minore. Anche nel mio Istituto lo stesso atteggiamento: picchetto d’onore per il padre di un dirigente, divieto di partecipare in uniforme ai funerali di un collega morto un mese dopo essere andato in pensione. Il “folle gesto” di Miriam non ha portato a nulla: l’Axitea ha licenziato un centinaio di dipendenti, i suoi colleghi hanno fatto “il si salvi chi può”, qualcuno facendosi anche dichiarare “indispensabile” dal cliente dove presta servizio. Lei, Miriam, si sarebbe forse salvata perché rientrava nelle “quote rosa”… Le sue ceneri sono state disperse in mare, come da sua volontà. Riposa in pace collega, ovunque tu sia!
Salvatore di Grazia