Riforme, D’Anna: “Nostro voto disponibile a catarsi renziana, ma non siamo in vendita”
“Nessuno di noi è in vendita. Le idee non si vendono”. Lo ha detto in Aula il senatore Vincenzo D’Anna, portavoce del gruppo Ala (Alleanza Liberalpopolare Autonomie), intervenendo nel dibattito sulle riforme costituzionali.
Prima di affrontare l’argomento, il parlamentare ne ha approfittato per togliersi un sassolino dalla scarpa nei confronti del M5S. “In Senato – ha infatti ricordato – è stato consentito al capogruppo del M5S, il senatore Castaldi di illustrare il mio cursus honorum per dimostrare che chi vi parla ha vissuto a spese dei cittadini. Falso. Ho dichiarato i miei redditi e pagato le tasse. Qualcuno dovrebbe chiedermi scusa”. Poi, sulla riforma del Senato: “Ribadisco le critiche. E’ pessima. Ma mente chi crede che sia un normale elemento di confronto e non, invece, un qualcosa che nasconde profonde implicazioni politiche sia all’interno del Pd sia nell’Ncd”. Per D’Anna “La vera partita non è, infatti, la conferma o il rigetto della riforma, ma la verifica della maggioranza di governo a Palazzo Madama. Con il serio rischio di imbrigliare Renzi e con lui le riforme liberali”.
“Il fatto stesso che noi di ALA siamo qua come nuovo gruppo parlamentare – ha poi proseguito – è la prova che nel centrodestra, con il cupio dissolvi del berlusconismo, sia in atto una mutazione genetica che sta portando gli ex azzurri sotto la leadership lepenista di Salvini. Una linea che nulla ha a che vedere con i principi liberali e la politica di riforma dello stato cripto-socialista che un tempo erano negli auspici di Forza Italia”.
“Nessuno di noi mira ad entrare nel Pd – ha concluso D’Anna – restiamo all’opposizione convinti che il liberalismo sia inconciliabile con il socialismo. Ma il nostro voto sarà disponibile ogni qualvolta la catarsi renziana saprà trasformare l’azione di governo in qualcosa di diverso rispetto a quella che sarebbe stata l’azione di Bersani nel caso in cui l’ex segretario Pd fosse stato eletto premier”.
(Foto Roberto Monaldo / LaPresse)