Sparanise. Luca Abete riceve il Premio Nazionale Legalità e Sicurezza 2015‏

Luca Abete ritira sabato 26 a Sparanise il Premio Nazionale Legalità e Sicurezza Pubblica in Campania edizione 2015.

Insieme a lui verranno premiati anche il Comandante della Forestale di Calvi Risorta, Vincenzo Gatta, il Generale Sergio Costa, comandante regionale Napoli Caserta Corpo Forestale e il giornalista professionista e scrittore Salvatore Minieri.

I premiati sono legati da un filo sottile ma importante, ovvero l’impegno per fare luce sulla vicenda dei rifiuti industriali interrati nella zona ex Pozzi, tra Calvi Risorta e Sparanise in provincia di Caserta. Grazie al loro lavoro congiunto è stato possibile scoprire la discarica industriale abusiva più grande d’Europa, come è stata definita dai media e la cui pericolosità è stata confermata dalle analisi delle scorse settimane.

Ringrazio Vito Taffuri e Salvatore Minieri che con le loro segnalazioni mi hanno permesso di portare alla ribalta nazionale il problema di quell’area” sottolinea Luca Abete. “Questo conferma la forza delle segnalazioni dal basso e l’importanza del lavoro di Striscia la Notizia, che ha la redazione più grande del mondo, composta da tutti gli italiani che si trasformano in reporter raccontandoci le cose che in Italia non vanno. Il caso di Calvi Risorta nasce proprio così, con il contributo di alcuni giornalisti del posto che hanno messo in luce questo disastro permettendomi di avviare questo lavoro”.

Insieme ai quattro nomi che ormai rappresentano un momento storico di lotta alle ecomafie e di tutela della salute pubblica, verranno premiati numerose altre personalità delle istituzioni e delle forze dell’ordine impegnate da sempre nella lotta contro le ecomafie a tutela dell’ambiente.

E questo premio viene dato proprio a pochi giorni dall’anniversario della morte di Siani”, continua Luca Abete. “Trent’anni dalla sua scomparsa. Siani è morto quando non era ancora una penna celebre nel panorama nazionale, ma si impegnava con costanza ogni giorno sul territorio, lottando contro soprusi e indifferenza. Giancarlo era un giornalista bravo che faceva il suo mestiere con amore, che si impegnava con coerenza e professionalità. Il fatto che il suo impegno sia stato riconosciuto solo dopo la sua morte, deve farci riflettere ancora di più sul suo coraggio e sull’importanza del suo lavoro, in una società dove in pochi mettono passione nelle cose che fanno”.

Redazione

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