Individuato il tunnel che conduceva agli scantinati dell’antico Complesso di San Carlo Borromeo

Gaetano Parente nella suo opera ”Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa”, racconta che in città, era presente il Complesso di S.Carlo Borromeo costituito dall’antica chiesa con l’attiguo chiostro. Se vi mettete alla loro ricerca, non ne ritroverete alcuna traccia in quanto ormai non più esistenti.
Sappiamo che, la chiesa dedicata al suddetto santo, esisteva dov’è l’attuale palazzo della famiglia Angelillo situato in Piazza Vittorio Emanuele, che quel suolo comprò nel 1811, già ingombro delle rovine del sito sacro. Il chiostro invece, che in seguito sarà destinato in parte a caserma militare, sarebbe da rintracciare in quel palazzo che ha l’entrata in Via Roma e che fa angolo con Via Cavour, dove all’esterno si nota una graziosa meridiana.
Nell’archivio comunale, è presente un atto del 1614, dove si legge ”gli Eletti della fedelissima città di Aversa, per la grande devozione che tiene la città al glorioso santo San Carlo, hanno perciò in honore di Iddio, et de detto glorioso santo, fondato in citta una chiesa, quale desiderano sia sotto la real protettione…”, furono eletti: Giuseppe della Valle; Mario d’Ausilio; Pietro Acitillo.

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Nell’Archivio Vescovile, si rinviene una domanda di un tal Gio. Vincenzo Pagliafico, il quale chiedeva l’autorizzazione per la cappella di S. Vito da lui fondata nella chiesa di S.Carlo di Aversa nel 1621.
Nell’attiguo chiostro, denominato le ”Crocelle” , abitarono un tempo i PP.Ministri degli infermi detti Crociferi, qui introdotti e trapiantati nell’anno 1699 da Mgr. Innico Caracciolo vescovo di Aversa. Nel 1705 gli eletti della città donavano altresì crediti e territori al novello Collegio de’ Crociferi cominciato ad ingrandirsi nel 1706, ed in quella circostanza concessero alla chiesta facoltà di chiudersi una viottola, tra la chiesa e il monastero. Dopo la soppresione, il chiostro divenne casermae e giardino la chiesa. Siccome l’edificio delle Crocelle, fu una concessione del comune, cosi, in data 29 Settembre 1810, l’Intendente di Terra di Lavoro disponeva che al comune si riconsegnasse l’edificio. L’intero plesso, venne poi frazionato e venduto a privati. Dell’antica chiesa, sopravvive solo il consunto pavimento, che dopo la soprresione fu trasferito e riutilizzato nella Cappella di Santa Maria la Pietà, la quale ospita la Congrega dell’Angelo Custode dal 1942.
Luigi Cipullo
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Redazione

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