Lotta all’evasione fiscale, il governo ha cambiato alla radice il modo di contrastarla

Il contrasto all’evasione fiscale è una priorità del Governo, indispensabile per recuperare risorse finanziarie utili a ridurre il livello medio dell’imposizione fiscale.

Le misure specifiche e le novità introdotte nei venti mesi di azione del Governo sono numerose e pressoché ignorate dal dibattito pubblico (attuazione della delega fiscale, incrocio delle banche dati, dichiarazione dei redditi online precompilata, fatturazione elettronica, reverse charge e split payment, accordi bilaterali, accordi multilaterali, voluntary disclosure).

In questo contesto l’Agenzia delle Entrate svolge un ruolo cruciale. Le competenze maturate e consolidate dal personale e dalla dirigenza costituiscono un patrimonio che il Governo intende salvaguardare. Lo spirito di dedizione e l’esecuzione dei doveri d’ufficio lontano dai riflettori che il personale ha mostrato in tante occasioni deve continuare a essere di esempio per chiunque operi al servizio del cittadino e dell’interesse pubblico.

Nel contesto di immutata stima nel direttore Rossella Orlandi, questo Ministero è impegnato nell’attività di rafforzamento organizzativo e operativo dell’Agenzia delle Entrate, anche grazie al contributo delle valutazioni chieste a FMI e OCSE in merito a modelli efficaci nella realizzazione di un rapporto cooperativo tra contribuente e amministrazione fiscale secondo le migliori pratiche che emergono dalla comparazione internazionale.

Le principali iniziative del Governo per modificare alla radice l’attività di contrasto all’evasione fiscale e di incentivazione all’adempimento spontaneo.

Riforma fiscale su delega del Parlamento. Il Governo ha dato attuazione alla delega fiscale (L. 23/2013) modificando la normativa nel senso di renderla più chiara e non equivocabile, così da prevenire comportamenti abusivi e margini di interpretazione; in un contesto di maggiore chiarezza l’amministrazione fiscale svolge un ruolo nuovo, in cui non aspetta il contribuente al varco ma al contrario propone un confronto in presenza di dati anomali prima di procedere con procedimenti sanzionatori.

L’incrocio delle banche dati. Con la legge di stabilità per il 2015 sono state introdotte le norme per il cosiddetto “controllo cambia-verso” che promuovono l’incrocio delle banche-dati, grazie al quale l’Agenzia delle Entrate può segnalare ai contribuenti problemi di adempimento prima di attivare il processo sanzionatorio, in modo da incentivare l’adempimento spontaneo. Il risultato più evidente di questa novità è la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate a più di 500mila contribuenti dei quali non risulta pervenuta la dichiarazione dei redditi 2014: in questo modo i contribuenti hanno l’opportunità di mettersi in regola rapidamente, spontaneamente e con una sanzione molto contenuta anziché diventare oggetto di una procedura amministrativa molto onerosa.

Dichiarazione dei redditi online precompilata. Con l’introduzione nel 2015 della dichiarazione online precompilata per i redditi del 2014 si è fatto un grande passo avanti nel rapporto collaborativo tra fisco e contribuenti. La trasmissione digitale della dichiarazione ha consentito di rendere efficace il controllo incrociato sulle banche dati per individuare contribuenti che avrebbero dovuto dichiarare redditi 2014 ma non lo hanno fatto.

Fatturazione elettronica. L’obbligo di fatturazione elettronica introdotto nei confronti delle pubbliche amministrazioni centrali nel giugno 2014 ed estesa a tutte le pubbliche amministrazioni a marzo di quest’anno consente all’amministrazione fiscale di avere visibilità su tutto quanto è fatturato in termini di fornitura alle diverse articolazioni dello Stato.

Reverse charge e split payment. L’introduzione di queste modalità di versamento dell’IVA a decorrere dall’1 gennaio 2015 ha consentito all’erario di registrare un maggior gettito di questa imposta stimato nell’ordine di 1 miliardo di euro  nell’anno.

Voluntary disclosure. La collaborazione volontaria dei contribuenti italiani che detengono capitali all’estero non dichiarati è un procedimento che consente di regolarizzare queste posizioni a fronte del pagamento di imposte eventualmente evase. L’attivazione della procedura da parte del contribuente consente di evitare alcune conseguenze dell’eventuale evasione salvo casi di autoriciclaggio.

Accordi bilaterali contro l’evasione internazionale. In questi 20 mesi sono stati ratificati 8 accordi bilaterali e sottoscritti nuovi accordi bilaterali con 9 giurisdizioni fiscali per adeguare gli accordi contro la doppia imposizione in modo da renderli più efficaci contro l’evasione fiscale e la migrazione di capitali.

Accordi multilaterali contro l’evasione internazionale. L’Italia è stata tra i promotori dei protocolli di scambio automatico di informazioni tra amministrazioni fiscali grazie ai quali sarà possibile individuare contribuenti italiani che tentano di occultare al fisco patrimoni costituiti all’estero evadendo le imposte.

Accordi multilaterali contro l’elusione fiscale. Le società multinazionali hanno la possibilità di trasferire costi e profitti tra le diverse filiali così da trarre vantaggio dalla diversità dei sistemi fiscali dei paesi in cui operano. L’Italia ha aderito al piano d’azione dell’OCSE contro il fenomeno di base erosion e profit sharing.

Evoluzione delle agenzie fiscali. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha incaricato il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) di effettuare una valutazione del modello delle agenzie fiscali in chiave comparativa con buone pratiche internazionali, allo scopo di dare attuazione operativa al principio legislativo di nuova cooperazione tra fisco e contribuente adottato con la riforma fiscale.

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Redazione

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