Napoli. Con il Pietrarsa Express all’“Open Day del Museo Ferroviario”.
Dopo la chiusura estiva per la prima fase dei lavori di restauro e riqualificazione del sito museale, questa apertura straordinaria permetterà a turisti, curiosi e appassionati di visitare la collezione dei rotabili storici con un biglietto di ingresso speciale a prezzo ridotto.
In più sarà possibile arrivare al Museo a bordo di un treno storico, il Pietrarsa Express, organizzato proprio per l’evento. Il convoglio partirà da Napoli Centrale alle 11.35, fermerà a Pietrarsa – San Giorgio a Cremano alle 12.10, a Portici alle 12.20 e a Torre Annunziata Centrale alle 12.40. Il viaggio di ritorno rispetterà invece i seguenti orari: partenza da Torre Annunziata Centrale alle 15.30, fermate a Portici (15.52), Pietrarsa – San Giorgio a Cremano (16.00) e arrivo a Napoli Centrale alle 16.20.
Il biglietto del treno è acquistabile, oltre che in biglietteria, anche alle self-service e su Trenitalia.com e comprende anche l’ingresso al Museo, con visite guidate e laboratori culturali.
La composizione del Pietrarsa Express
Il Pietrarsa Express sarà trainato dalla locomotiva elettrica E626.428 e sarà formato da cinque carrozze tipo “Centoporte” (4 della serie 36.000 e 1 della serie 39.000). Il convoglio proviene dal deposito di Palermo, utilizzato come hub dei treni storici della Fondazione FS organizzati in Sicilia.
Le locomotive a 3000V c.c. del gruppo E626, progettate nel 1926 e prodotte in 448 esemplari su tre differenti serie dal 1927 al 1939, risulteranno essere dei veri e propri “muli della rotaia”. Esse nacquero sostanzialmente come locomotive multiruolo, ma con l’entrata in servizio delle E428, molto più veloci e potenti, saranno adibite principalmente al traino dei treni merci, di quelli viaggiatori locali ed alle spinte in coda ai convogli pesanti sui tratti acclivi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, alcune di queste macchine si ritroveranno disseminate in varie parti d’Europa, cosicché diciassette resteranno in Jugoslavia e saranno acquisite da quelle ferrovie, mentre altre quattro andranno ad incrementare il parco rotabili cecoslovacco. Dismesse dall’esercizio nel 1999, ad oggi diciotto di esse (alcune di proprietà FS, altre invece di reti concessionarie) risultano tuttora in piena efficienza e trovano utilizzo alla testa dei treni storici o in coda agli stessi, in sussidio alla trazione vapore.
Nella cinematografia italiana le locomotive di questo gruppo appaiono in molte pellicole. Ad esempio, questa tipologia di locomotiva fu protagonista nel film “Il rapido delle 13.30” di Ruggero Deodato (1972) dove la macchina è ripresa anche al suo interno durante la corsa. In “Accadde tra le sbarre” di Giorgio Cristallini poi, un’ altra E626 è catturata alla testa di un treno che corre sulla Roma-Pescara, in una delle scene più lunghe del film. Per finire, un’altra E626 è inquadrata nel film “La stazione”, drammatico di Sergio Rubini del 1990.
Carrozza “Centoporte”
Le carrozze del tipo “Centoporte”, progettate nel 1928 e costruite a partire dal 1931 e fino al 1951 (con una pausa fra il 1940 e il 1947), furono le prime carrozze italiane realizzate in cassa metallica, anziché in legno. Con una capacità di settantotto posti a sedere, dotate di impianto di riscaldamento a vapore o elettrico, esse erano concepite per soddisfare l’elevata domanda di mobilità su tratte particolarmente affollate. Proprio per agevolare le operazioni di salita e discesa dei viaggiatori, erano dotate di un elevato numero di porte distribuite per tutta la lunghezza delle fiancate, che potevano arrivare fino a dieci per ciascun lato.
Questa tipologia di carrozze fu riclassificata con la denominazione attuale nel 1956, in occasione dell’abolizione della terza classe dai treni italiani. La colorazione originale delle prime vetture Centoporte era il verde vagone, abbandonato in favore del castano Isabella nel 1935 e del castano semplice nel 1963. Gli anni Settanta vedranno queste vetture nella loro ultima tonalità prima della dismissione, quella grigio ardesia.
Ad oggi sopravvivono ancora cinquantadue esemplari delle diverse serie prodotte e tutti sono utilizzati nelle composizioni dei numerosi treni d’epoca, che la Fondazione delle Ferrovie dello Stato Italiane organizza ogni anno lungo itinerari di grande valenza storica e paesaggistica. Queste vetture sono, in assoluto, le più filmate nella storia della cinematografia nazionale.