Alla scoperta del tesoro sepolto della città normanna

di Domenico Napolitano

Domenica 29 novembre, in una bella giornata di sole, verso le 10.00 del mattino, si vedevano lentamente confluire decine di cittadini, famiglie, e gruppi di giovani verso quella che oggi chiamiamo Piazza Marconi, un tempo antica parrocchia normanna di Santa Croce e nel cinquecento Insula del Convento di San Girolamo.

Con il passare dei minuti ne abbiamo contati centocinquanta. Moltissimi aversani, ma anche visitatori provenienti da Caserta, Napoli e comuni limitrofi.

Che cosa stava accadendo in città?

Stava per cominciare il Tour guidato sulle tracce delle antiche mura, tra Chiese e Palazzi e storie sconosciute, organizzato da Aversa – Il tesoro sepolto, una pagina facebook, ma anche una grande comunità, che rappresenta l’omonima associazione di cittadini attivi e consapevoli, amanti della cultura, dell’arte e del patrimonio storico e ambientale.

Un percorso guidato sui luoghi della città, tra suggestioni e attese, quello che resta e quello che poteva essere. Come guide, una strana coppia di artisti in due campi diversi, musicale e visivo.

Il tour si è snodato per via Santa Marta, dove si trovano i resti di un antica porta della città, il giardino di Palazzo Parente, la chiesa normanna di Santa Marta, via Riccardo di Aversa, Palazzo Orineti con il suo bellissimo salone affrescato con “La fucina di Vulcano” e che nel settecento ospitò la Regina di Polonia, Palazzo Azzolini, Palazzo del Reggimento di città, Piazza San Domenico con una visita al bellissimo chiostro negato del duecento, il sedile di San Luigi, dove si trovava la seconda porta della prima cinta, l’antico mercato del pesce, Santa Maria del Popolo, oggi aperta al culto Ortodosso, terza porta di città, il seminario vescovile, che conserva i resti del Palazzo Castello di Rainulfo Drengot, via Seggio, il Palazzo di Giordano, oggi irriconoscibile per gli interventi speculativi, strada Cimarosa con i resti delle mura medioevali e la casa del compositore, la chiesa di San Francesco delle Monache, un vero museo della pittura italiana tra seicento e settecento e il bellissimo Chiostro affrescato del duecento.

Per tutto il percorso, osservando le cose con un angolazione diversa, i visitatori se ne sono stati ammirati ed entusiasti, con gli occhi all’insù.

Si all’insù per fortuna, perché, per quel poco che li hanno abbassati, hanno dovuto rendersi conto di quanto ritardo abbiamo ancora, in fatto di decoro e di conservazione del patrimonio.

Di ogni sito, è stata apprezzata moltissimo non solo la descrizione artistica, ma anche la storia delle vicende e delle occasioni mancate, delle scelte inadeguate, di quello che è e che invece poteva essere.

Aversa è bella! Ma per entrare nei circuiti che contano, quelli che portano ricchezza e occasioni di sviluppo ai territori bisognerà attrezzarsi e consigliare a una parte dei vecchi amministratori di questa città, di evitare di fare ulteriori danni per il bene di tutti.

Mi piace pensare, che se un gruppo di pochi volontari appassionati, ma competenti, sia riuscito a suscitare attese e a promuovere un evento che ha generato solo su facebook, una copertura di 21 mila utenti, con 1600 visualizzazioni e 397 condivisioni in due settimane, e 150 visitatori per la città, chissà cosa si sarebbe riuscito a fare con tutti i soldi buttati al vento in questi anni.

Mi piace pensare che quella idea di Aversa, città dell’Arte e della Musica e dello sviluppo sostenibile, il turismo, forse si sta radicando nella coscienza del cittadino.

C’è un’aria nuova in città, non soffocatela.

Redazione

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